Rivedere e ridurre da 21 a 5 i parametri che determinato l’assegnazione dei colori. Tutte le regioni hanno appoggiato la proposta di Massimiliano Fedriga, che alla fine della scorsa settimana aveva reagito con durezza al passaggio del Friuli Venezia Giulia dal giallo all’arancione, e aveva chiesto e ottenuto la convocazione della conferenza delle regioni per chiedere modifica del meccanismo al governo.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato il governatore - è quello di avere a disposizione dei parametri immediatamente disponibili da parte delle Regioni, che devono essere il frutto di un confronto con la parte tecnico scientifica sia a livello nazionale sia regionale. Confronto che deve essere da supporto per la decisione finale che non può che essere di carattere politico". "Chiediamo un passo in avanti in termini di responsabilizzazione sia da parte del Governo sia delle Regioni al fine - sottolinea Fedriga - di compiere le scelte migliori per combattere la pandemia e tutelare la massimo la salute dei cittadini".

In particolare le regioni hanno chiesto l'uso di soli cinque indicatori specifici, al posto degli attuali 21 definiti "inadeguati" dalla conferenza: la percentuale di tamponi positivi escludendo tutte le attività di screening e re-testing degli stessi soggetti, un Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss, il tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti Covid e quello dei posti letto totali per pazienti-Covid oltre alla possibilità di garantire adeguate risorse per contact-tracing, isolamento e quarantena e il numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing
Fedriga non era l’unico a contestare metodo per stabilire le restrizioni delle regioni, metodo del quale fra l’altro non si consce nemmeno esattamente il meccanismo. Altri presidenti, in particolare quelli delle regioni attualmente rosse, pressati dalle richieste delle categorie economiche, avevano chiesto di rivalutare anche la regola che impone la permanenza in un colore per almeno due settimane prima di allentare la stretta, ma su questo il governo, che si prepara a emanare un nuovo Dpcm che dovrebbe contenere anche le regole per le feste di Natale, ha già replicato con fermezza.
Fedriga, appoggiato dalle altre regioni, ha detto di voler “discutere delle scelte che determinano il passaggio in una o nell'altra fascia”. Il governo sarebbe aperto al dialogo, ma non sembra disposto a mettere in discussione i criteri fissati per la Cabina di regia al ministero della Salute.
In ogni caso fra pochi giorni, il 20 novembre, scadranno le prime due settimane, e per le prime regioni rosse, Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d'Aosta ed Alto Adige, e con meno probabilità per le arancioni, potrebbero essere possibili, nella terza settimana di monitoraggio e verifica, “allentamenti per alcune aree”. La linea che per ora sembra prevalere nel governo è quella del massimo rigore, ma le regioni chiedono perlomeno chiarezza sia verso i cittadini, sia verso le amministrazioni locali che attualmente non hanno a disposizione l’algoritmo con cui si determina il livello di rischio, e lamentato anche una comunicazione scarsa e tardiva da parte del governo sui cambiamenti di colore.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO/ARC
Foto: MMC RTV SLO/ARC

Foto: MMC RTV SLO/arc
Foto: MMC RTV SLO/arc