Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio
Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio

La premier Giorgia Meloni conta che il Senato approvi il via libera definitivo sul testo blindato entro giovedì mattina.
Nella conferenza stampa di fine anno tirerà un primo bilancio, ma il 2023 non si preannuncia per nulla semplice, viste le molte misure rimaste fuori sulle quali ci sarà l'inevitabile pressione dei partiti. L'esecutivo ha comunque deciso di mettere da parte un paio di miliardi di euro per eventuali ritocchi ed in vista del nuovo decreto aiuti.
La maggioranza ha spiegato che nella manovra, oltre alle misure contro il caro energia, sono state inserite alcune novità, come la flat tax per gli autonomi, lo stop alla legge Fornero con l'introduzione di Quota 103, la stretta al Reddito di cittadinanza e la tregua fiscale. Come noto sono saltate, invece, altre idee, come ad esempio la soglia di 60 euro per l'obbligo dell'uso del Pos, oppure è stata sensibilmente ridotta "Opzione donna".
Aspetti contestati dalle opposizioni, che giudicano la legge di bilancio poco equa e ricca di condoni.
Rimane la questione relativa alla crisi energetica, in attesa di verificare gli effetti positivi del tetto al prezzo del gas definito dall'Unione Europea, ci sono ancora fattori di incertezza sul futuro, legati, ovviamente, al conflitto in Ucraina.
Non mancano, inoltre, le difficoltà nel mantenere unita la coalizione di governo, soprattutto con Forza Italia. I rapporti tra Meloni e Berlusconi rimangono tesi; i due si sono sentiti nei giorni prima di Natale per un "rapido" scambio di auguri. I forzisti si aspettavano però un maggiore coinvolgimento nella costruzione della legge di bilancio e si è sfiorato l'incidente interno alla maggioranza sullo scudo penale per i reati finanziari, fino all'ultimo dato per sicuro negli emendamenti dei relatori e poi saltato.

Davide Fifaco