Foto: EPA
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Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo, nelle comunicazioni al Senato è ritornata sul tema migranti. "Lo voglio ribadire: prima di ogni ipotetico diritto a emigrare, ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore", ha spiegato la premier.

Sulla Tunisia ha spiegato: "C'è un problema enorme legato all'instabilità del Paese e al possibile default che non si riesce ad affrontare perché il Fondo monetario internazionale, che aveva avviato una trattativa per sostenerla, l'ha bloccata. Il commissario Gentiloni ha dovuto per questo rimandare il viaggio".

Il presidente del consiglio prosegue poi con una frecciata al governo Conte. "Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Non mi vedrete mai" fare questo. "Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5s erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l'Europa chiedeva. Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere", queste le parole di Meloni in conclusione alla replica in risposta al Movimento 5 Stelle.

Sul tema del Patto di Stabilità la premier ha affermato che "entro il 2023 bisogna arrivare a nuove regole" dopo la pandemia del Covid serve più equilibrio tra stabilità e crescita c'è bisogno di più attenzione alla crescita, il tema dell'austerità è finito.

Sulla Guerra la leader di Fratelli d'Italia precisa di metterci la faccia sull'aumento delle spese militari, per difendere l'interesse nazionale e di non usare sotterfugi come i precedenti esecutivi, sottolineando che la fornitura di armi non è legata alla possibilità di aumentare le pensioni o ridurre le tasse.

Rivolgendosi alle opposizioni Meloni chiede di non danneggiare l'Italia con le continue accuse all'esecutivo.

Infine, tornando al tema dei migranti, Meloni ha ribadito che le Ong e gli Stati bandiera devono prendersi le loro responsabilità ed ha inoltre ricordato che le indicazioni dell'Ue sanciscono “ il principio del coinvolgimento degli Stati di bandiera delle navi Ong nelle operazioni Sar, che non devono più gravare solo sugli Stati di approdo”.

Davide Fifaco