Foto: Presidenza del Consiglio
Foto: Presidenza del Consiglio

Nessuna sorpresa alla Camera dove il governo presieduto da Giorgia Meloni ha incassato la fiducia con 235 voti favorevoli, 154 voti contrari e 5 astenuti. Il risultato, quasi scontato, è giunto al termine di una giornata di dibattito sul discorso programmatico della neo premier, che da una parte ha condannato senza riserve sia il fascismo, sia sentimenti intolleranti come razzismo e antisemitismo, ma ha anche provocato critiche da parte delle opposizioni sui temi economici e sui valori di fondo a cui s’ispira la nuova maggioranza per il promesso cambiamento del paese, e oltre che sulle contraddizioni fra il programma di governo e gli atti e le opinioni espresse dalla leader di Fratelli d’Italia, in particolare sull’Europa, quando era all’opposizione.

Dalla Presidente Meloni oltre un'ora di vuota retorica, condita da tanti slogan demagogici e i soliti richiami culturali della destra. I cittadini però non hanno ascoltato una sola parola su soluzioni per carobollette e crisi energetica.

Giuseppe Conte

Critiche puntualmente emerse corso del dibattito del pomeriggio. Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, ha difeso il reddito di cittadinanza e ha sottolineato l’assenza di un piano per far fronte all’aumento dei costi dell’energia e delle bollette per le famiglie.
Il segretario del Pd Enrico Letta ha sottolineato come a fronte di un discorso identitario, che parla solo a una parte del paese, non ci siano invece idee chiare sulle scelte di politica economica, sull’energia, “non una parola sull’ambiente e sulla scuola”, mentre si sta già parlando di condoni sul fisco, una linea, ha detto Letta, che ci troverà sempre contrari, così come sulla riforma in senso presidenzialista del paese.

Saremo sempre contrari ai condoni fiscali così come alla riforma in senso presidenzialista, che non va bene per il nostro paese

Enrico Letta

Osservazioni a cui la Premier ha replicato puntualmente, chiedendo di “essere giudicata per quello che davvero dico, penso e faccio”, ha affermato nella replica.
Riguardo all'Europa, per Meloni “il racconto fatto su di noi e su ciò che credevamo, è stato un tantino forzato nel tentativo di costruire l'immagine del mostro, e quando diventa difficile dimostrare che il mostro non esiste – ha aggiunto - si deve inventare una giravolta”. L'Europa ha però aggiunto "è soggetto forte che dovrebbe fare meno e farlo meglio, non occuparsi di tutto”.

Giorgia Meloni (Foto: Presidenza del Consiglio)
Giorgia Meloni (Foto: Presidenza del Consiglio)

Meloni ha poi tranquillizzato sul rispetto dei diritti delle donne, a partire dalla legge sull’aborto, che sembra essere messa in discussione dagli annunciati provvedimenti sulla natalità. “Stamattina – ha aggiunto - ho parlato di lavoro, welfare ma ho parlato anche di famiglia e natalità perché considero una sconfitta che una donna debba rinunciare alla natalità per avere un lavoro ma anche debba rinunciare ad avere un bambino per lavorare”.

Il racconto fatto su di noi e su ciò che credevamo, è stato un tantino forzato nel tentativo di costruire l'immagine del mostro, e quando diventa difficile dimostrare che il mostro non esiste si deve inventare una giravolta.

Giorgia Meloni

Non è mancata la replica sul reddito di cittadinanza: “Non ho mai considerato il problema i percettori – ha spiegato - ma ho considerato a volte un problema una classe politica che si accontentava di tenere le persone in difficoltà in quella difficoltà pur di farci cassa elettorale”.
Nel corso della replica, ci sono state anche proteste dell’opposizione quando la Premier si è rivolta al deputato di colore Aboubakar Soumahoro, dell'Alleanza Verdi e Sinistra, dandogli del tu, un episodio per cui al premier si è immediatamente scusata.
Incassata al scontata fiducia dalla Camera, domani si replica al Senato dove, oltre che per il via libera definitivo al governo, c’è attesa anche per l’intervento di Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva avuto più di un contrasto con le neo premier e alleata.

Alessandro Martegani