Molti in queste ore si stanno facendo delle domande sul dato che sembra emergere dalle notizie riguardanti la diffusione del nuovo Coronavirus in Italia, dove ad una prima lettura il COVID 19 sembrerebbe essere più letale rispetto agli altri paesi del mondo. Come ormai ripetono i virologi e gli esperti da giorni questa impressione è allo stato attuale errata, per due semplicissimi motivi. In primis l’Italia rispetto ad altri Paesi del mondo come la Cina sembra avere un rapporto tra deceduti e contagiati più alto a causa della struttura della sua popolazione che è una delle più anziane del globo; in seconda battuta influenza i dati sui contagi anche il modo in cui sono raccolti. I casi positivi totali sono, infatti, in parte dovuti al cambio di metodologia per i test introdotto a fine febbraio, quando si è deciso di testare solo i sintomatici, mentre coloro che non presentano segni evidenti di contagio non sono logicamente contemplati nelle statistiche.

Inoltre per ora nella gran parte dei casi non è ancora possibile stabilire se si tratta di decessi di persone morte per il virus o con il virus. Secondo alcuni virologi, questa sarebbe una differenza di poco conto ma sulla questione si registrano opinioni contrastanti.
Monitorare l’andamento giornaliero dei casi positivi resta comunque necessario per capire qual è l’evoluzione della curva del contagio, ma è anche vero che ci sono ritardi tra i dati comunicati dalla Protezione civile e quelli rilevati dalle singole regioni. Discrepanze che possono rendere fuorvianti i ridotti aumenti (o cali) in percentuale dei contagiati da un giorno all’altro.

Barbara Costamagna

Foto: Reuters
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