Oggi è il giorno della verità per Matteo Salvini: il Senato deve infatti votare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega in relazione al caso Open Arms.

I fatti contestati dai magistrati al senatore risalgono all’agosto 2019 quando Salvini, da ministro dell’Interno, negò l’autorizzazione allo sbarco per 164 migranti soccorsi in zona libica dalla nave della Open Arms, una Ong spagnola. I migranti rimasero sulla nave 19 giorni fino allo sblocco della vicenda, che provocò anche un’accusa di sequestro di persona per Matteo Salvini da parte del tribunale dei ministri di Palermo.
L’aula deve decidere se Salvini avesse agito nell’ambito delle sue funzioni, e soprattutto in accordo con il governo, o se avesse agito da solo e senza tener conto dell’interesse pubblico.
Per Salvini, la Lega e il centro destra, si trattò di una decisione concordata con tutto il governo e con il premier Giuseppe Conte, come sottolineato dallo stesso Salvini: “Io ho agito a difesa del mio Paese - ha detto - e quello che ho fatto l'ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c'era nel programma di governo non ritengo che ci sia stato un errore o reato”. “C'è chi mi vuole processare per aver chiuso i porti. Difendere l'Italia non è reato: ne sono orgoglioso, lo rifarei e lo rifarò”.

Per i magistrati invece la decisione fu presa in autonomia, esulando dai compiti e dai poteri assegnati al ministro dalla legge, violando le norme di soccorso in mare: una tesi che sembra essere stata sposata anche dalla maggioranza. I numeri però erano rimasti in bilico fino all’ultimo, con Italia Viva che ha annunciato voto favorevole all’autorizzazione a procedere solo questa mattina con l’intervento di Matteo Renzi.

È la terza volta che il leader della Lega è sottoposto al voto su un’autorizzazione a procedere, sempre per decisioni legate agli sbarchi nella sua funzione di ministro.

Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO
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