Foto: AP
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Anche i minori possono aprire dei profili su Onlyfans. L’allarme è stato lanciato dal Moige, il Movimento Italiano Genitori, che aveva già attaccato in passato la piattaforma diventata molto famosa soprattutto durante la pandemia, e che consente la pubblicazione di contenuti su abbonamento.
La particolarità è che Onlyfans non applica una politica particolarmente restrittiva sui contenuti, ed è quindi diventata il punto di riferimento per la pubblicazione di video e foto per adulti: migliaia di donne e uomini, spesso anche molto giovani, hanno aperto dei profili, e forniscono spesso anche contenuti su richiesta, riuscendo in alcuni, anche se limitati, casi a guadagnare cifre considerevoli.
I numeri sono in netto aumento: la piattaforma conta già oltre 150 milioni di utenti e un milione e mezzo di creator e il giro d’affari è di cinque miliardi di dollari, ma l’idea dei soldi facili, spesso veicolata su social e media, è in realtà una chimera.
Onlyfans viene spesso immaginata da ragazze e ragazzi come un modo per guadagnare rapidamente e senza fatica, ma i dati dicono che solo il 10 per cento dei realizzatori di contenuti guadagna più di mille euro al mese, e i casi in cui si guadagnano cifre a più di tre zeri sono pochissimi. Per distribuire immagini e video sessualmente espliciti ai propri abbonati, i content creator devono affrontare un’attività intensa dal punto di vista lavorativo, ma soprattutto impattante, in particolare nel lungo periodo, sulla vita dei protagonisti, esposti al giudizio morale della famiglia e dei conoscenti, oltre che alle richieste estreme degli utenti.
Come se non bastasse sembra che la piattaforma non sia in grado di controllare la reale età dei titolari dei profili: secondo il Moige infatti, una ragazza di appena 13 anni avrebbe aperto un profilo vendendo sue foto intime sulla piattaforma, mentre un’altra avrebbe ammesso di aver girato un video con uno dei suoi follower che aveva vinto un contest, scoprendo solo dopo che il ragazzo era minorenne.
“È una piattaforma dal comportamento eticamente irresponsabile, che non ha messo in essere un’adeguata verifica della maggiore età – ha detto Antonio Affinita, Direttore Generale del Moige –. Quando si trattano argomenti di questo tipo, che possono influire negativamente sulla crescita emotiva e relazionale dei minori, - ha aggiunto - i sistemi di verifica dell’età devono essere rigidi, e la piattaforma dovrebbe prestare massima attenzione a queste cose. Non possiamo permettere che i nostri figli abbiano accesso così liberamente a contenuti di questo tipo, che daranno loro un’immagine deviata delle relazioni della sessualità più in generale.”

Alessandro Martegani