Foto: Radio Capodistria /Pd
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Questa domenica Nicola Zingaretti è stato nominato segretario del Partito Democratico. Un nuovo percorso per lo storico partito di centro sinistra che parte in salita visto che Zingaretti, a poche ore dalla sua investitura, è risultato indagato dalla Procura di Roma per finanziamento illecito in una vicenda risalente a oltre un anno fa ma della quale si è appreso solo ora. In Friuli Venezia Giulia alle primarie indette per scegliere il nuovo premier, uno dei grandi sostenitori di Nicola Zingaretti è stato sicuramente

Io credo che questo congresso con la nomina di Nicola Zingaretti a segretario del Partito Democratico abbia dato un segnale chiaro. Lo dimostra anche il favore con cui l'elettorato ha subito premiato il nuovo corso del PD, che in pochi giorni ha guadagnato 4 punti nei sondaggi, superando i Cinque stelle. Per quanto riguarda l'indagine in corso, come ha detto Zingaretti, ho piena fiducia nella magistratura; e conoscendolo e visto che è soltanto un avviso di garanzia spero che la cosa si sgonfi al più presto. Comunque, domenica è stato mandato un segnale di grande discontinuità. Zingaretti è stato molto coraggioso a dire che tutto il Partito Democratico deve essere disponibile a cambiare in profondità, a fare tesoro degli errori del passato ed a riannodare il filo di fiducia che in questi ultimi tempi si era un po' perso con gli elettori. Ripeto i dati dei sondaggi dicono che già le prime cose fatte da Zingaretti sono state apprezzate.

Quali sono, secondo lei e secondo questa nuova comunità che si sta creando all'interno del suo partito, le linee da seguire anche in vista delle prossime elezioni europee?

Zingaretti lo ha detto con molta chiarezza. La prima priorità è il lavoro, quel lavoro che non può essere un semplice reddito di cittadinanza. Il centro sinistra aveva già proposto delle misure per la povertà, perché c'è un pezzo del nostro paese che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e che va accompagnato. Questo però va fatto non dandogli una mancia che permetta alle persone di rimanere magari distese sul divano tutto il giorno. Bisogna puntare sulla riqualificazione personale di chi è uscito momentaneamente dal mondo del lavoro per poterci così rientrare. Perché solo in questo modo ci si può realizzare. La nostra Costituzione d'altronde parla del lavoro e della sua centralità, perché è il modo attraverso il quale ciascuno di noi esprime sé stesso e da il suo contributo alla comunità in cui vive. Per fare questo serve investire nelle cose sulle quali puntano altri paesi più all'avanguardia di noi. In primis ci vuole la formazione e per fare ciò dobbiamo rilanciare la scuola pubblica e l'università perché a livello internazionale si compete sul piano della conoscenza. Poi bisogna riportare l'Italia dentro un dibattito internazionale. Anche i fatti di questi giorni che hanno coinvolto il nostro territorio sul tema dei rapporti con i traffici cinesi e con investimenti stranieri dimostra che l'Italia può giocare la sua partita solo all'interno di un contesto europeo. Se i grandi player in questo momento, che si stanno confrontando ed anche scontrando, sono Stati Uniti e Cina, è chiaro che l'unico modo per difendere i nostri valori e la nostra idea di sviluppo, nonché la nostra ricchezza, è quello di far sì che l'Europa torni protagonista, ancora più unita di quanto lo sia stata sino ad ora. Ciò vuol dire che non dobbiamo preoccuparci che la Cina faccia la via della seta, che è indubbiamente una grande iniziativa che va nella direzione degli interessi cinesi; ma che l'Europa deve avere la sua contro via della seta, ossia delle strategie proprie all'interno delle quali l'Italia può rivestire un ruolo importante come sta avvenendo in questo periodo per quanto riguarda il porto di Trieste.

A livello regionale il Partito Democratico si porta a casa la nomina alla vicepresidenza del partito di Debora Serracchiani, ma in realtà per il PD del FVG non vive sicuramente un momento d'oro. Come pensate di cambiare anche a livello regionale?

Per prima cosa superando le polemiche interne che non hanno senso e sono incomprensibili. In FVG in realtà le cose sono molto cambiate. La scelta dei nostri elettori è stata largamente per Zingaretti. A Trieste nelle primarie abbiamo ottenuto il 77% di preferenze per il nuovo segretario, che è stata la percentuale più alta fuori dal suo Lazio. E questo è in netta controtendenza rispetto ad una regione che, nei suoi passaggi precedenti, era profondamente renziana. La stessa Serracchiani è stata nominata vicepresidente in quota alla minoranza e in questa regione la lista che lei ha appoggiato ha ottenuto meno del 20%. Sono comunque dinamiche interne da superare, partendo da quello che è stato anche a livello locale un segnale forte di volontà di cambiamento. Anche perché il PD in FVG avrà il vantaggio nei prossimi mesi di poter fare delle proposte rispetto ad una Giunta regionale, quella di Fedriga, che sta dimostrando un assoluto immobilismo. Non sta succedendo nulla in Consiglio regionale se non qualche spot su provvedimenti che sembrano parlare di sicurezza, neppure nella maniera giusta. Ma per il resto non ci sono leggi, non ci sono provvedimenti e quindi abbiamo molto spazio per parlare alle donne ed agli uomini di questa regione, agli imprenditori che stanno aspettando parole chiare ed al mondo della sanità che è in grandissima sofferenza. Proprio su questo ultimo tema il centro destra ha vinto le elezioni regionali, ma sino ad ora sembra che non sappiano far altro che licenziare persone e svendere il patrimonio della sanità pubblica regionale, una delle migliori in Italia, ai privati. Questa sicuramente è una cosa che non piace agli elettori né di destra né di sinistra e su questo il PD avrà molto da dire nei prossimi mesi.

Diciamo che anche i rapporti tra il suo partito e la CNI in questo anno sono diventati abbastanza tesi. Pensate di voler ricucire e rivedere la relazione con questo gruppo con il quale avete sempre dialogato?

Io personalmente non ho mai avuto problemi a dialogare e ad appoggiare le iniziative della Comunità Nazionale Italiana, anzi l'ho fatto da senatore prima e anche da politico di questo territorio poi. È una comunità che conosco bene e con la quale lavoro da anni, cosa che ha fatto anche la Giunta Serracchiani. Io credo che quello della minoranza italiana sia un tema bipartisan, visto che si tratta di un patrimonio dell'intero paese. La CNI è una realtà importante che deve stare a cuore a tutti i partiti. Per questo nella scorsa legislatura ci siamo impegnati a finanziare sempre le leggi a favore di questa realtà. Credo si possa e si debba fare un ulteriore salto di qualità anche trovando nuovi interpreti da una e dall'altra parte del territorio. Probabilmente alcune scelte del passato, come il protagonismo unico dell'Università popolare di Trieste, forse possono essere superate. Bisogna trovare modi innovativi per favorire anche le nuove generazioni della Comunità Nazionale Italiana e per incentivare innovazione e capacità imprenditoriale oltre che rafforzare l'imprescindibile legame con il nostro paese, che deve essere sempre più stretto perché è interesse di tutti coltivarlo.

Barbara Costamagna