Foto: Radio Capodistria
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Roberto Fico, Presidente della Camera dei deputati ha inviato la lettera per convocare il Parlamento in seduta comune.
Secondo la prassi consolidata, la seduta si svolge 15-20 giorni dopo, per permettere ai consigli regionali di eleggere i propri tre delegati, quindi la prima votazione per eleggere il nuovo inquilino del Colle sarà il 24 gennaio.

Saranno 1.008 o 1.009 i Grandi elettori riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d'Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. In realtà attualmente il plenum è fermo a 1.007 componenti: i senatori sono 320, in attesa che l'Aula del Senato convalidi il subentro del senatore del Pd Fabio Porta a quello del Maie Adriano Cario, dichiarato decaduto. I deputati attualmente in carica sono invece 629, essendo vacante il seggio lasciato libero dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ma per domenica 16 gennaio sono state convocate le elezioni suppletive, pertanto il nuovo eletto si aggiungerà al plenum appena verrà proclamato.

L'elezione per il successore di Sergio Mattarella sarà l'ultima che vedrà protagonista un numero così ampio di Grandi elettori, visto che dalla prossima legislatura, come effetto della riforma costituzionale, ci saranno 230 deputati e 115 senatori in meno.

Il centrodestra può contare su 450 esponenti che fanno riferimento ai partiti dentro la coalizione; il centrosinistra (includendo il M5S) può contare su 420 voti se si esclude Italia viva, su 463 se si conteggia anche il partito di Renzi.
La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, che sulla base di 1.007 Grandi elettori sarebbe di 671 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 504 voti. Per consuetudine voteranno prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali.

Intanto i partiti sono ancora molto distanti sui nomi per la corsa al Colle, con il centrodestra che continua a far circolare il nome di Silvio Berlusconi, soluzione inaccettabile per il Pd ed il Movimento 5 Stelle, con i senatori pentastellati che, un po' a sorpresa, si esprimono quasi all'unanimità per il Mattarella bis.

Davide Fifaco