Omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni: sono le accuse che hanno portato alla condanna in primo grado di cinque persone, in relazione ai crolli di due palazzine popolari ad Amatrice, a seguito del terremoto del 24 agosto 2016. Nei crolli persero la vita 18 persone e altre 3 rimasero ferite.
La cittadina Laziale, visitata dal premier Conte proprio due settimane fa in occasione del quarto anniversario dal terremoto, fu il centro più colpito dal sisma, che lasciato una devastazione ancora visibile dopo quattro anni.
Sui crolli di costruzioni nuove, che evidentemente erano state costruite senza rispettare le normative antisismiche, erano partiti vari procedimenti e ora il primo è giunto a sentenza.
Il giudice del tribunale di Rieti ha condannato a 36 anni complessivi di carcere, con pene che vanno dagli otto ai cinque anni, tutti e cinque gli imputati: Ottaviano Boni, all'epoca direttore tecnico dell'impresa costruttrice Sogeap, Luigi Serafini, amministratore unico della stessa azienda, Franco Aleandri, allora presidente dell'Istituto case popolari, Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio e Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice.
Il tribunale ha anche condannato imputati e responsabili civili, Ater, Regione Lazio e Comune di Amatrice, al risarcimento dei danni alle parti civili.
Alessandro Martegani

Foto: Reuters
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