Anche l’Italia si prepara a celebrare il primo maggio, Festa dei Lavoratori: manifestazioni e cortei si svolgeranno in tutte le principali città, anche se la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil, i principali sindacati italiani, si terrà quest’anno a Potenza.
Presenti i tre leader delle organizzazioni, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, che dovrebbero puntare negli interventi soprattutto sui diritti dei lavoratori e sull’attualità dei principi e dei valori della Costituzione, a 75 anni dalla sua promulgazione.
L’altro evento di richiamo, sempre dedicato ai principi della Costituzione, sarà il tradizionale concerto in piazza san Giovanni a Roma, il cosiddetto “Concertone”, organizzato da Cgil, Cisl e Uil.

Maurizio Landini, Pierpaolo Bombardieri e Luigi Sbarra (foto: Cgil)
Maurizio Landini, Pierpaolo Bombardieri e Luigi Sbarra (foto: Cgil)

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando da Reggio Emilia dove ha anticipato la Festa del Lavoro, ha augurato ai giovani del Concertone di piazza San Giovanni “una giornata serena e festosa: la musica – ha detto - sottolinea anche la connessione di speranza tra le parole lavoro e pace”.
Le esibizioni inizieranno nel pomeriggio e proseguiranno per tutta la serata, che sarà presentata da Ambra Angiolini e Fabrizio Biggio.
Un concerto alternativo, sempre con nomi importanti della musica italiana è stato organizzato anche a Taranto, e altre due manifestazioni musicali si terranno a Bologna e Catania.
E proprio a poche ore dalla giornata dei Lavoratori, il governo ha convocato i sindacati italiani a Palazzo Chigi, per avviare il confronto sul decreto Lavoro, che sarà approvato a breve dal Consiglio dei ministri.
Le prime indiscrezioni sul testo, che fra le altre cose faciliterebbe l'uso dei contratti a termine e ridurrebbe i sostegni per lotta alla povertà, ponendo fine al reddito di cittadinanza, non sono state commentate positivamente dai sindacati.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, ha criticato anche i tempi ristretti per valutare il testo, e accusato l'esecutivo di "arroganza".

Alessandro Martegani