Un lungo, caloroso commiato quello dedicato a Raffaella Carrà, regina della televisione. Tre giorni di lutto collettivo per la grande donna dello spettacolo che aveva saputo entrare nel cuore di tutti. Applausi, musica, lacrime e centinaia di persone in coda per renderle l'ultimo saluto alla camera ardente in Campidoglio, piazza gremita da una folla di ammiratori di tutte le età alle esequie nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli. Per seguire la cerimonia è stato allestito un maxischermo. Davanti alla chiesa, a cui hanno avuto accesso 200 ospiti, il feretro è stato accolto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi insieme all'ex compagno della Carrà, Sergio Japino, e ai familiari. Poco prima era arrivato anche il ministro Dario Franceschini. Ad aprire la funzione frate Castaldi, che ha detto: "Ci ritroveremo, sarà una festa e lei sarà in prima fila". Poi l'omelia è stata celebrata da quattro frati cappuccini del convento di San Giovanni Rotondo, quello di Padre Pio, di cui la Carrà era molto devota. In chiesa tanti fiori gialli, il suo colore preferito. "Oggi l'Italia si ferma per rendere onore a una grande donna che è stata anche un'icona del nostro Paese", sono state le parole della sindaca Raggi durante i funerali per salutare, ha detto, "una persona indimenticabile, che fa parte della nostra vita". All'uscita della bara, ancora applausi, lacrime, e alcune delle sue canzoni più popolari, dal «Tuca Tuca» a «Ballo ballo», a «Ma che musica maestro»: un omaggio commosso e gioioso, come forse avrebbe desiderato lei per il suo addio.