Matteo Salvini e Massimiliano Lacota al campo profughi di Padriciano Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna
Matteo Salvini e Massimiliano Lacota al campo profughi di Padriciano Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna

Una cerimonia quella odierna alla foiba di Basovizza, che ha visto la partecipazione anche di politici di livello nazionale e internazionale.

Presente per la prima volta un rappresentante della comunità europea,. "Qui non ci sono solo caduti in guerra ma caduti per la Patria", ha commentato a margine Tajani, "perché si tratta di persone che non hanno mai voluto abbandonare il tricolore portandolo sempre nel loro cuore. Sono stati uccisi dai combattenti con la stella rossa sul cappello perché italiani o perché cristiani, come Don Bonifacio, e la patria li ha dimenticati per troppi anni. Ora che questa ferita è stata risanata con la legge che ha introdotto la giornata del ricordo, bisogna vigilare che in futuro non accada più quello che è avvenuto in questa parte d'Italia subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale". Riguardo alle polemiche di questi giorni relative alcune manifestazioni organizzate in diverse parti d'Italia dall'ANPI che mettono in discussione la portata dell'esodo e delle foibe, il presidente del Parlamento europeo ha commentato: "Fare così significa essere complici di questi terribili omicidi. Come chi nega l'olocausto degli ebrei europei chi nega il dramma delle foibe è complice di chi ha compiuto quegli atti efferati".

Riguardo il caso ANPI il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che in questi giorni aveva attaccato l'associazione parlando di tagli dei fondi, ha commentato a Padriciano dove ci è recato per visitare il campo profughi, oggi museo: "Non voglio più fare polemica su questo perché bisogna guardare avanti; ma se nel 2019 c'è ancora chi fa finta che da queste baracche non siano passati migliaia di italiani vuol dire che ha dei problemi. Si tratta di un genocidio ignorato e negato per 50 anni. D'altronde, a proposito di genocidi, c'è ancora qualcuno che si ostina a non riconosce il genocidio degli Armeni e a voler la Turchia in Europa". Per quanto riguarda l'appello del sindaco di Trieste Roberto Di Piazza a sloveni e croati a chiedere scusa cosa ne pensa il vicepremier? "Come ministro dell'Interno lavoro con i colleghi di questi paesi e spero di incontrarli presto per affrontare i dossier attuali e se poi qualcuno oltre che del presente vorrà dire qualcosa anche sul passato sarà ben accetto, ma non sarò io a costringere nessuno a far nulla". A Padriciano Salvini ha detto di aver sentito commozione ed ha ribadito il suo impegno "a far conoscere nelle scuole, nelle università, nelle case degli italiani la sofferenza di questi italiani che per troppi anni è stata dimenticata".

Unico rappresentante del governo, oltre a Salvini, il sottosegretario di Stato Vincenzo Zoccano, eletto proprio a Trieste: "Per me questa cerimonia ha un significato molto particolare. Oggi bisogna ricordare questi eventi e questa giornata ci permetterà veramente di ricordare e conoscere cosa è accaduto, perché senza la conoscenza non si può far sì che una tragedia del genere non si ripeta più".

In prima linea sul tema delle foibe e dell'esodo è da sempre il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. La Meloni ha deciso di intraprendere una nuova battaglia che coinvolge la storia di quest'area:" L'Italia ha fatto tanto lavoro in questi ultimi decenni anche per chiedere scusa dell'oblio di questi 60 anni, ma è un impegno che non è ancora finito. Ho sentito ieri parole importanti del Presidente della Repubblica Mattarella, ma credo che la nostra operazione sul ricordo sarà compiuta quando in Italia verrà finalmente revocata al maresciallo Tito la più alta onorificenza della Repubblica Italiana datagli negli anni Sessanta e per questo abbiamo chiesto al capo dello stato di procedere".

Barbara Costamagna