La firma di due protocolli su sicurezza e rimpatri assistiti ha chiuso la giornata a Trieste di Matteo Salvini: acclamato da molti sostenitori che si erano radunati in piazza Unità, ma anche contestato dai movimenti contrari alle politiche sull’immigrazione, Salvini è giunto in città per presenziare alla firma dell’accordo che assegna alle società ungheresi un’area del porto.
Più che della pur importante intesa, si è parlato però soprattutto degli ultimi provvedimenti sull’immigrazione: dal nuovo stop agli sbarchi nei porti italiani annunciati dal ministro Salvini, fino alla possibilità di un muro lungo il confine Italia - Slovenia.
Salvini non ha voluto fare delle previsioni, confidando, ha detto, nella possibilità che le recenti pattuglie italo slovene riescano a controllare il flusso di migranti, e confermando anche i contatti avuti nel corso della mattina con le autorità di Slovenia e Croazia. “Un impegno straordinario - ha detto - verrà messo soprattutto nella stagione estiva a presidio della frontiera con la Slovenia. Oggi ho parlato con i ministri degli interni di Slovenia e Croazia, con cui mi vedrò a Helsinki fra 10 giorni, per organizzare pattuglie miste Italia - Slovenia - Croazia, per controllare i confini esterni ed interni e presidiare il territorio”.
Qualche risultato - ha spiegato - già si sta avendo. Una maggior presenza significa maggiore efficacia: non entro - ha aggiunto, riferendosi al muro o alla sospensione di Schengen ventilata nei giorni scorsi - nel merito di eventuali futuri successivi o aggiuntivi interventi di presidio, di tutela e di protezione del territorio, perché vogliamo pensare che l'incremento di uomini e mezzi per controllare i confini siano sufficienti. Evidentemente - ha concluso - se non lo fossero ci ritroveremo per ragionare su altri modi di proteggere il territorio”.
Il ministro degli interni, che ha anche confermato l’invio di 40 uomini e donne delle forze dell’ordine e dell’esercito in più in Friuli Venezia Giulia, ha anche ribadito la linea ferma riguardo gli sbarchi, e nei “confronti di alcune imbarcazioni in questo momento naviganti o stazionanti del mar Mediterraneo”. “Le ultime informazioni mi hanno visto scrivere amabilmente al collega tedesco Seehofer - ha detto - perché c'è una di queste barche che batte bandiera tedesca: gli ho chiesto quale porto tedesco verrà messo a disposizione. Per quanto riguarda la nave battente bandiera italiana ringrazio invece il governo maltese che ha dato la disponibilità della Valletta come porto sicuro di sbarco, e sarebbe assurdo - ha aggiunto Salvini - se qualcuno si rifiutasse di andare in un porto sicuro di un paese membro dell'Unione Europea. Di alcune criticità mediche a bordo, donne incinte e neonati, ci siamo fatti carico noi come governo italiano e come paese Italia, perché le necessità e le emergenze evidenti meritano un intervento urgente, ma le prese in giro meritano un altro tipo di attenzione”.
A sostegno delle posizioni i Salvini è giunto anche l’intervento del rappresentate del governo ungherese, il ministro degli esteri Peter Szijjarto, che si è detto “scioccato dal fatto che alcuni Stati europei siano dalla parte di chi viola la sovranità degli stati membri come l’Italia e l’Ungheria, e supportino chi mette a rischio la vita di chi difende le frontiere. Noi siamo stati attaccati quando abbiamo chiuso le frontiere, - ha aggiunto - ed è inaccettabile che Salvini venga attaccato da alcuni Stati membri.
Soddisfazione per l’accordo del contratto di compravendita tra il Governo Ungherese e i due soggetti privati Teseco e Seastock, primo passo per la realizzazione di un terminal multipurpose nella zona Noghere, è stato espresso dal presidente dell’autorità portuale Zeno d’Agostino. L’investimento complessivo, con la messa in sicurezza ambientale dell’area e lo sviluppo del progetto, è stimato in circa 100 milioni di euro, e incrementerà ulteriormente i già fitti collegamenti fra Trieste e l’Ungheria.

Alessandro Martegani

Foto: Radio Capodistria
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