Foto: EPA
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I sindacati ed i presidi chiedono di rivedere la decisione di far rientrare tutti in classe il 26 aprile, perché mancano ancora delle importanti garanzie sulla sicurezza.

Il ministero della Salute sta valutando l'uso del test salivare per monitorare, attraverso gruppi di alunni, e prevenire l'eventuale contagio seguendo il modello Lazio e Bolzano ed espandendolo in tutte le Regioni. Preoccupa proprio l'autonomia territoriale perché si temono ancora situazione di aperture a macchia di leopardo.

La richiesta principale è quella di un aggiornamento dei protocolli di sicurezza, con indicazioni precise, anche perché si è arrivati alla soglia degli esami di maturità, per cui servirebbe che il personale delle commissioni non ancora vaccinato abbia la possibilità di immunizzarsi e chi ha potuto avvalersi della prima dose ora avrebbe necessità della seconda prima dell'avvio.

Anche il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, si è detto preoccupato, dichiarando: "La riapertura delle scuole al cento per cento è la scelta che mi preoccupa di più. C’è una organizzazione importante" che va allestita, un "limite fisico". Fedriga sottolinea in particolare i problemi logistici legati al trasporto pubblico ed ha aggiunto: “Importante è che poi non si dia la responsabilità agli enti locali: per avere un autobus serve più di un anno; si possono utilizzare bus turistici ma non nelle aree urbane. Mi auguro che il Governo avendo preso questa scelta proponga anche le soluzioni", ha concluso il governatore.

Nelle ultime ore anche gli studenti delle superiori di Trieste hanno chiesto chiarezza all'esecutivo, scendendo in piazza contro la didattica ad intermittenza. I rappresentanti degli studenti hanno evidenziato che è complicato impegnarsi in "una didattica che da oltre un anno è divisa tra lezioni a distanza ed in presenza, intervallate da periodi di quarantena dovuti ai contagi fuori e dentro l'ambiente scolastico". Se il ritorno in classe non può essere garantito - proseguono i ragazzi - proponiamo di svolgere le lezioni a distanza fino alla fine dell'anno, per poi ripartire in presenza al 100% a settembre".
"Pensiamo inoltre sia giusto interpellare anche noi studenti nelle scelte che riguardano le scuole - concludono - è ora di poter contribuire". Da parte delle classi quinte è stata chiesta maggior chiarezza sull'esame di maturità.

Davide Fifaco