Foto: Radio Capodistria
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Scoperta storica per la Società Adriatica di Speleologia. Dopo 23 anni di esplorazioni e scavi è stato raggiunto un nuovo tratto inesplorato sotterraneo del fiume Timavo. Il tratto si trova a 304 metri di profondità.

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Il Presidente della Societa' Marco Restaino (nella foto) ha presentato quella che ha definito una scoperta storica che fa segnare un ulteriore tassello nella mappatura sotterranea del Timavo e delle sue caverne. Il grande risultato riporta Trieste e il suo territorio al centro della speleologia internazionale e ribadisce il ruolo di culla storica della disciplina. Gli scavi sono iniziati nel 2000 su iniziativa di Restaino e di Piero Slama a cui si è aggiunto il lavoro di altre persone alla grotta Luftloch, la grotta che respira. La parte iniziale della cavità è stata scavata per allargare i pertugi fino alla profondità di 60 metri dov'è stata raggiunta una grotta all'interno della quale, allargando numerosi passaggi intransitabili, si è potuto scendere in una successione di pozzi che hanno portato nel 2010 alla profondità di quasi 250 metri dal livello del terreno. Per raggiungere il Timavo un primo problema è stata la mancanza d'aria, risolto con il pompaggio di aria di superficie, il secondo invece era rappresentato da una fessura di pochi centimetri che ha dovuto essere allargata per permettere il passaggio di una persona, un lavoro che è costato anni per ottenere una lunghezza di una quarantina di metri. Nei giorni scorsi l'ultimo diaframma è stato rimosso e gli speleologi hanno avuto accesso ad un'altra caverna sul cui fondo scorre il Timavo. Luftloch diviene così una delle pochissime grotte del Carso che superano i 300 metri. Finora non è stato possibile raggiungere l'uscita del fiume dalla caverna, fiume che si incanala in una lunghissima galleria, superiore ai 50 metri. Partirà ora la fase di studio della grotta con esplorazioni che potrebbero collegare la grotta Luftloch alla grotta di Trebiciano, creando un sistema sotterrano chilometrico senza precedenti sul territorio. Lo storico risultato permetterà di capire meglio il complesso sistema dei flussi idrici sotteranei del Carso.

Franco de Stefani