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E' scontro tra Italia ed Europa sul caso dei migranti a bordo della nave Diciotti, attraccata a Catania. Gli altri Paesi europei non hanno avanzato alcuna apertura concreta per risolvere il caso, anzi tra i punti contrari è stato evidenziato che in Italia il flusso di migranti pro-capite, attualmente è molto al di sotto di quello in altri Stati membri. Inoltre sull'ipotesi di Di Maio di non pagare i contributi all'Europa, il commissario Ue al Bilancio ha ricordato che si violerebbero dei trattati, con il rischio di pesanti sanzioni.

Nulla di fatto a Bruxelles sulla nave Diciotti. Il caso rimane tuttora irrisolto dopo la riunione tra i Paesi europei. Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha annunciato che ora l'Italia ne trarrà le conseguenze e si farà carico di eliminare la discrasia con un quadro di azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa. Conte ha poi aggiunto che l'Europa stessa ha perso una buona occasione perché in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell'ordinamento europeo.

Il Viminale ha comunicato che non cambierà la propria linea: dalla Diciotti non sbarca nessuno.

Duro botta e risposta poi anche con il vicepremier Luigi Di Maio, che aveva ipotizzato che l'Italia non pagherà la quota all'Ue se non si troverà una soluzione sugli sbarchi. I portavoce della UE hanno risposto che le minacce non portano da nessuna parte. Il modo in cui l'Europa funziona è la cooperazione. Di Maio ha poi risposto che sulla questione migranti l'Italia non si farà più mettere i piedi in testa.

Intanto un gruppo di cittadini ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in cui si ipotizza il reato di istigazione all'odio razziale, secondo la legge Mancino, aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione.

Per i firmatari il reato si sarebbe consumato attraverso una serie di affermazioni pubbliche rese dal ministro - tra giugno e luglio - tra le quali citano: "per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare".