Foto: Reuters
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Una storia che sembra tratta da un libro di spionaggio: un ufficiale della Marina militare italiana sorpreso a vendere documenti riservati a un membro delle forze armate russe.
L’ufficiale italiano, il capitano di fregata Walter Biot, 56 anni, è stato arrestato martedì sera in un parcheggio di Roma dai carabinieri, che lo hanno sorpreso proprio mentre cedeva a un militare accreditato presso l'ambasciata della Federazione russa, dei documenti militari classificati.
Secondo le indagini, Biot in servizio all'ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa con l’incarico di gestire i dossier classificati su ambasciate straniere e comandi alleati, fotografava documenti classificati dal monitor del computer, per poi consegnare le immagini al suo contatto russo.
Nel corso dell’arresto è stata sequestrata una chiavetta usb con immagini di documenti su sistemi di telecomunicazione militare, e 5 mila euro in contanti, il prezzo dei documenti.
Non era però la prima volta che Biot, attualmente agli arresti, cedeva materiale riservato e sul militare italiano pendono accuse pesanti: procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, diffusione di notizie di cui è vietata la divulgazione.
Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha convocato alla Farnesina l'Ambasciatore della Federazione Russa Sergey Razov, notificando l'immediata espulsione di due funzionari russi coinvolti, ed esprimendo la “ferma protesta del governo italiano”. La cessione di documentazione classificati da parte di un ufficiale italiano a un ufficiale delle Forze Armate russe di stanza in Italia, ha aggiunto, “è un atto ostile di estrema gravità”. Di Maio ha comunque assicurato che l’Italia continua a voler mantenere un'interlocuzione "critica ma costruttiva" con la Russia.
Per ora l’ambasciata russa non ha voluto commentare, limitandosi all’auspicio che “quello che è successo non si rifletta sui rapporti bilaterali tra la Russia e l'Italia”, ma da Mosca non arrivano segnali altrettanto amichevoli: dal Cremlino giunge l’auspicio che “i legami con l'Italia possano essere preservati nonostante la vicenda di Roma", mentre il presidente della commissione della Duma per gli Affari Internazionali, Leonid Slutsky, ha definito l'espulsione dei diplomatici russi “un passo estremo”, che “purtroppo, imporrà la sua impronta negativa sul dialogo russo-italiano”.

Alessandro Martegani