Se il paziente non va al vaccino il vaccino va al paziente: sembra essere questo il principio che ha ispirato gli amministratori della sanità dell’Alto Adige, che hanno lanciato da qualche settimana il Vaxbus.
Lo stesso slogan dell’iniziativa, “il vaccino viene da te”, fa capire l’idea alla base dell’operazione, pensata per facilitare al massimo l’accesso ai vaccini in un’area con molti paesi isolati fra le montagne, e una popolazione che spesso fa fatica a spostarsi.
Quattro autobus, perfettamente attrezzati con strutture e personale, trasformati in vere e proprie “postazioni vaccinali”, stanno toccando tutti i comuni della provincia automa per offrire i vaccini alla popolazione. L’autobus arriva, apre le porte, e dalle otto del mattino fino al tardo pomeriggio i cittadini potranno vaccinarsi anche senza prendere appuntamento.

L'accettazione e il colloquio per l’anamnesi, e la vaccinazione, BioNTech/Pfizer e Johnson & Johnson, sono effettuati all'interno degli autobus. Sarà possibile anche effettuare la seconda dose con la stessa modalità a una successiva fermata dei Vaxbus.
L’iniziativa sembra avere successo, e rientra in una campagna di sensibilizzazione avviata dalla sanità provinciale in una zona in cui comunque i dati sulle vaccinazioni sono fra i più bassi d’Italia: dall'inizio della campagna vaccinale con il Vaxbus, ha fatto sapere l’amministrazione provinciale, sono stati vaccinati a bordo di uno dei quattro centri vaccinali itineranti 13.955 altoatesine e altoatesini, ma nell’intera provincia, che conta poco meno di 521 mila abitanti, 321 mila persone hanno ricevuto la prima dose, il 59 per cento, contro una media nazionale del 63, un dato che pone la provincia al penultimo posto prima della Sicilia, l’unica regione italiana, come l’Alto Adige, a essere ancora sotto il 60 per cento di popolazione vaccinata almeno con una dose.

Alessandro Martegani