Foto: ANSA
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Luce verde proprio nel giorno dell’ultimo femminicidio di una donna di 39 anni, uccisa nel Trapanese a colpi di pistola dall’ex compagno, che poi si è suicidato. La vittima, Marisa Leo, responsabile marketing nel settore vinicolo, da tempo aveva denunciato le continue pressioni dell’ex marito, denunce che non sono servite. L’uomo, un quarantaduenne, dopo aver tolto la vita alla sua vecchia compagna, è fuggito per suicidarsi, lasciando sola la loro bambina di quattro anni. Ed è proprio oggi, a seguito della notizia di questa tragedia, che l’Aula della Camera ha approvato la proposta di legge sulle nuove norme al Codice rosso, che prevede “un’ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato”. A Montecitorio il testo, già votato dal Senato, ha ottenuto 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti, da parte del Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra. Diverse sono state le reazioni all’approvazione della proposta di legge, una delle quali arrivata dalla presidente della Commissione di Inchiesta sul Femminicidio e le Violenze di Genere, Martina Semenzato: “in questo provvedimento ci poteva essere anche altro, ma bisognava passare dalle parole ai fatti in tempi brevi; aprire ora un dibattito su nuovi spunti di contenuto avrebbe allungato i tempi di approvazione” ha dichiarato. D’accordo con lei anche Mara Carfagna, presidente di Azione, che ha fatto emergere i suoi dubbi sulla necessità di fare di più, spiegando che “non può essere questa l’unica risposta alla drammatica escalation di aggressioni, violenze e femminicidi ai quali stiamo assistendo”. È chiaro quindi, che il via libera alle nuove norme sul Codice rosso è un passo avanti, ma non abbastanza grande, visto il sempre maggior numero di episodi di violenza domestica e di genere.

B.Ž.