Chi pensava che l’epidemia e i provvedimenti restrittivi fossero ormai alle spalle in Italia rischia di rimanere deluso.
Dopo qualche settimana di dati in discesa e un sostanziale “liberi tutti2, nel paese la piccola ma evidente risalita dei contagi sta facendo preoccupare soprattutto gli amministratori locali.
A lanciare l’allarme per il rischio di una seconda ondata è stato soprattutto Luca Zaia, il governatore del Veneto, regione indicata da molti come modello per come è stata gestita la fase più difficile e isolato il focolaio di Vo’ Euganeo.
C’è un dato, l’indice di contagio, passato da 0,43 a 1,63 in regione: significa che il numero di contagi ha ricominciato a salire, e in Veneto ci sarebbe anche un colpevole, “un untore” come l’ha definito stesso Zaia, un imprenditore vicentino rientrato dalla Bosnia che avrebbe contagiato 5 persone e costretto all’isolamento altre 89, andando già febbricitante a incontri e a cerimonie religiose, rifiutando il tampone e poi anche il ricovero.
“L’abc di quello che non si deve fare”, ha detto Zaia, che ora chiede maggiori poteri per intervenire: “Fosse per me – ha detto - di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione. Ritengo sia fondamentale il ricovero coatto, così come è necessario essere severissimi con gli isolamenti sanitari. Non possiamo permetterci la diffusione del virus per l'irresponsabilità di qualcuno.”
Zaia, pur assicurando che la situazione è sotto controllo, ha sottolineato come la cittadinanza non stia prendendo sul serio il rischio di una ripresa dell’epidemia. e annunciato una nuova ordinanza restrittiva, ma Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, simbolo dei successi della strategia del Veneto, ha inviatato Zaia a non perdersela con i cittadini, ma, ha aggiunto, a scegliersi consiglieri migliori.
I dati non fanno però preoccupare solo in Veneto: l’indice di contagiosità Rt è salito sopra quota uno anche in Emilia Romagna e Lazio, mentre rimane al di sotto della soglia di guardia in Lombardia.


Alessandro Martegani

Foto: EPA
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