È uno dei simboli dell’arte italiana, ma è stata rinchiusa in una sorta di gabbia che permette di vederne solo alcune parti: ha creato non poche polemiche la scelta degli organizzatori del padiglione dell’Italia all’Expo di Dubai, di coprire le nudità della copia del David di Michelangelo, per non urtare la sensibilità dei visitatori di religione islamica.
Il David è una scultura in marmo realizzata da Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e l'inizio del 1504: conservata nella Galleria dell'Accademia a Firenze, è considerata un capolavoro della scultura mondiale, e un emblema del Rinascimento. La copia a grandezza naturale, alta più di 5 metri, è stata portata a Dubai per celebrare l’arte italiana, ma è stata inserita in una sorta di gabbia dorata a due piani, che di fatto permette di osservare solo parte dell’opera, circostanza che è stata subito interpretata come un tentativo di nascondere le nudità della statua, nonostante le smentite degli organizzatori.
“Rispettiamo ogni possibile interpretazione, che come tale è personale, ma l'impostazione concettuale del cuore del Padiglione è esattamente opposta” ha detto il direttore artistico del Padiglione Italia all'Expo Dubai, Davide Rampello. “Il David, icona di bellezza e perfezione, - ha aggiunto - è posto al centro dell'area chiamata Teatro della Memoria e in quella posizione offre subito lo sguardo ai visitatori diventando il testimonial della memoria, ed è comunque visibile nella sua interezza dal basso. Questo è stato l'approccio concettuale, il resto sono interpretazioni che valgono come tali”.
Le parole degli organizzatori non hanno però convinto, anche perché, vista la struttura, osservare la statua “nella sua interezza” non è facile e le parti più nascoste sono proprio quelle “incriminate”.

Se Cecilie Hollberg, direttrice del museo fiorentino che ospita l’originale, intervistata dall’agenzia Adnkronos, si limita a ricordare che il David “è ammirabile nella sua piena bellezza e perfezione esclusivamente nella Galleria dell’Accademia di Firenze”, senza commentare oltre, ben più espliciti sono stati i critici d’arte. “È un'umiliazione inaudita, inaccettabile, intollerabile”, ha tuonato Vittorio Sgarbi “ci troviamo di fronte all'umiliazione dell’arte italiana. La prova del fallimento dell'Italia all'Expo”.
“Il David è un'opera d’arte e non deve essere censurata” ha aggiunto Achille Bonito Oliva. “A Dubai - ha concluso - hanno usato un escamotage, una forma di prudenza, per venire incontro alla sensibilità di un continente che ha altri principi religiosi”.

Alessandro Martegani