Foto: Reuters
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Xi Jinping inizia oggi la sua visita di stato in Sudafrica dove parteciperà al vertice Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), in quella che è la sua seconda missione all'estero dopo il viaggio di marzo a Mosca da Vladimir Putin. Una mossa finalizzata a rafforzare l'influenza di Pechino tra le nazioni in via di sviluppo ed emergenti, quel gruppo di paesi che ora viene definito il sud globale, nel mezzo di relazioni sempre più deteriorate con gli Stati Uniti e delle tensioni economiche sul mercato interno, dove si registra una crescita stagnante.
L'attivismo cinese denota una certa tensione per il contesto internazionale. Pechino, infatti, ha presentato "proteste formali" contro la dichiarazione di Camp David, annunciata venerdì dai leader di Usa, Giappone e Corea del Sud al termine del loro storico summit. I tre stati hanno rafforzato la propria collaborazione militare, la cui attività ha al centro Cina e Corea del Nord, con la questione Taiwan vera chiave di volta di tutto l'assetto geopolitico. Secondo Pechino la dichiarazione "ha gravemente violato le norme fondamentali che disciplinano la politica e le relazioni internazionali", ed è per questo "intenzionata a salvaguardare con fermezza la sua sovranità, i suoi interessi di sicurezza, la pace e la stabilità regionali". E anche la Corea del Nord, che in questi giorni ha riavviato dopo 3 anni i voli commerciali con la Cina, ha avvertito che le esercitazioni militari congiunte di Sud Corea e Stati Uniti potrebbero innescare una guerra termonucleare.
Tornando al vertice dei Brics, che vale poco meno della metà della popolazione globale, l'ambasciatore cinese in Sudafrica ha definito l'organizzazione come "un'importante piattaforma per la cooperazione tra le nazioni emergenti e in via di sviluppo" e "la spina dorsale dell'equità e della giustizia internazionale", definendo obsoleta l'attuale governance globale.