Foto: Reuters
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Dopo il Regno Unito, anche la Germania e la Francia hanno firmato un patto per la sicurezza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nonostante l'impossibilità di Kiev di aderire direttamente alla NATO, si sta cercando almeno di stabilire legami con singoli Paesi dell'Alleanza. L'Occidente si trova in una posizione difficile: inizialmente ha rifiutato gli accordi di Minsk, che avrebbero potuto garantire autonomia a Donetsk e Lugansk, regioni poi accorpate dalla Russia. Successivamente, non sono stati trovati altri spazi di trattativa efficaci, e ora c'è il rischio di subire l'umiliazione di una sconfitta, persistendo nell'approccio bellico causa le difficoltà nel tenere il passo con la produzione militare russa. Kiev, non potendo far parte direttamente dell'Alleanza atlantica, si sta avvicinando ad alcuni dei suoi membri tramite accordi bilaterali. In aggiunta, l'Unione Europea è impegnata nel processo di elaborazione di un pacchetto di supporto a lungo termine per Kiev, che comprende i già dichiarati 50 miliardi di euro di assistenza finanziaria. Allo stesso tempo, sono in corso trattative tra Kiev e altre capitali dell'UE per definire un nuovo accordo di assistenza militare, e sono in corso discussioni anche con Washington.

 Foto: EPA
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Tuttavia, l'Alleanza nel suo insieme non sembra incline a coinvolgersi direttamente nella situazione ucraina. La stipula di patti fra Stati sovrani cambia il quadro, ma l'Europa non è in grado di sostituire il ruolo degli Stati Uniti in termini di produzione bellica, e neppure Germania e Francia possono garantire una produzione militare adeguata. Dal punto di vista pratico, gli accordi bilaterali possono avere un impatto limitato, ma potrebbero contribuire ad avvicinare l'Ucraina all'Occidente. Tuttavia, la NATO e gli Stati Uniti si trovano di fronte alla prospettiva di una possibile sconfitta strategica, che potrebbe minare la loro credibilità. Nonostante ciò, essi perseverano nella speranza di cambiare la situazione sul terreno. La Russia, al contrario, sembra avere la meglio sul campo di battaglia, mettendo ulteriormente in difficoltà l'Ucraina. È una situazione che non sembra destinata a mutare nel breve periodo, malgrado ci si avvicini al terzo anno di conflitto.


Corrado Cimador