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La Conferenza - conclusasi a mezzanotte - ha adottato 20 decisioni e direttive che specificano l'attuazione dell'accordo di Parigi sul clima. Per quanto riguarda le regole che disciplinano le riduzioni ottenute all'estero la Conferenza non ha trovato alcun accordo. Il Brasile si è infatti opposto all'esclusione del doppio conteggio delle emissioni ridotte, avversando così uno dei principi centrali dell'Accordo di Parigi. I lavori relativi a queste regole continueranno l'anno prossimo. Diverse disposizioni dettagliate illustrano le modalità con cui gli Stati più industrializzati devono ogni due anni rendere pubblico sia il volume dei finanziamenti da loro mobilizzati a sostegno della politica climatica nei Paesi in via di sviluppo sia le misure che intendono favorire impianti a bassa emissione. Uno dei pilastri dell'intesa è la direttiva che disciplina il reporting e l'esame dei rapporti inoltrati dai Paesi nel quadro dell'Accordo di Parigi. Garantisce infatti che tutti gli Stati forniscano entro scadenze prestabilite delle informazioni comparabili. Queste informazioni consentono di ottenere un quadro chiaro delle riduzioni realizzate a livello nazionale come pure del sostegno dato e ottenuto da ogni Parte contraente. Le stesse regole di trasparenza valgono anche per il finanziamento. Un primo riesame è previsto nel 2023. Questa base dovrebbe consentire agli Stati di annunciare obiettivi di riduzione più ambiziosi. (a.c.)
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