Foto: Reuters
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Le "manovre militari cinesi e l'addestramento su vasta scala" sono una prova di forza dell'Esercito popolare di liberazione in diverse zone che sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, ma anche nella zona economica esclusiva del Giappone.
Il governo di Taipei ha fatto sapere che Pechino ha aggiunto un'altra area di interdizione per le sue esercitazioni militari nelle acque orientali dell'Isola, portando il totale a quota 7. A renderlo noto l'Ufficio marittimo e portuale, precisando che la durata delle manovre è stata estesa fino a lunedì, 8 agosto.
Secondo la testimonianza di giornalisti dell'agenzia di stampa AFP, che si trovano su un'isola cinese non lontana dal luogo delle manovre, i proiettili sono stati sparati da siti vicini a installazioni militari.
L'esercito di Taiwan ha intanto attivato i sistemi di difesa. Taipei ha anche "condannato le azioni irrazionali" di Pechino che "minacciano la pace e la stabilità regionali". Il Ministero della Difesa taiwanese ha fatto sapere che le forze armate di Taipei "operano come al solito e monitorano ciò che circonda l'Isola in risposta alle attività irrazionali" della Cina. "Non cerchiamo l'escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità", ha aggiunto il dicastero. "Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra, ma senza cercare la guerra e con l'atteggiamento di non intensificare i conflitti e non causare controversie".
Il portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo di Pechino, da parte sua, ha detto che - mentre sono in corso le maxi-esercitazioni militari nei pressi dell'Isola - "prendere le contromisure necessarie è una mossa giusta". Secondo le sue parole, la collusione con forze straniere porterà Taiwan all'"auto-distruzione" e "nell'abisso del disastro".

E. P.