Foto: AP
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Secondo l'accusa portata avanti da una trentina di stati degli USA, Meta ha creato delle funzionalità su Instagram e Facebook che spingono i giovani a restare sempre più a lungo sui social e a farceli tornare continuamente, attraverso algoritmi, allarmi, notifiche e il cosiddetto scroll infinito.

Inoltre, la società ha incluso funzionalità che avrebbero un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani, con il continuo confronto con gli altri e provocando la promozione del dismorfismo corporeo, con funzionalità come il "mi piace" o i filtri per le foto.
Non è la prima volta che un ampio numero di autorità giudiziarie statunitensi si unisce per attaccare la piattaforma di Mark Zuckerberg. Secondo i procuratori, Meta è ben consapevole degli effetti negativi che potrebbe avere sui suoi giovani utenti.

L'ex dipendente di Facebook Frances Haugen ha suscitato scalpore nel 2021, dopo aver fatto trapelare documenti interni dell'azienda che rivelavano ricerche interne sui propri prodotti.
Da una serie di documenti sull'impatto di Instagram sugli adolescenti si rileva che "il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano a disagio con il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio".

Il portavoce di Meta, Andy Stone, in una nota spiega: "Condividiamo l'impegno dei procuratori generali nel fornire agli adolescenti esperienze online sicure e positive e abbiamo già introdotto oltre 30 strumenti per supportare gli adolescenti e le loro famiglie", ed aggiunge: "Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con le aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all'età per le numerose app utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada".

Davide Fifaco