Foto: EPA
Foto: EPA

Dopo una settimana di intense trattative tra i diplomatici al Palazzo di Vetro di New York, il Consiglio di Sicurezza ONU ha adottato con 13 voti a favore, zero voti contrari e 2 astensioni, Stati Uniti e Russia, la risoluzione su Gaza proposta dagli Emirati Arabi Uniti. Il testo chiede il libero accesso agli aiuti umanitari e la creazione di condizioni per una cessazione permanente delle ostilità. Non viene però chiesta la cessazione immediata delle ostilità. L'Ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite Thomas-Greenfield ha reso noto che Washington era pronta a sostenere la bozza anche com'era stata scritta in precedenza, indicando che ancora molto dev'essere fatto per affrontare la crisi umanitaria in atto ma che un problema è che Hamas non è interessato a una pace duratura. Thomas-Greenfield si è detta delusa e sorpresa che il Consiglio di Sicurezza non sia stato in grado di condannare l'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, ma che la risoluzione parla della gravità della crisi. Nel frattempo continua ad aggravarsi il bilancio di sangue a Gaza, che ha passato le 20 mila vittime e i 53 mila feriti dal 7 ottobre scorso. Lo ha riferito il Ministero della Salute palestinese in una nota. Intanto funzionari israeliani stanno discutendo nuove proposte per convincere Hamas a un negoziato che porti a un nuovo scambio di ostaggi, nonostante la fazione islamica abbia chiesto come condizione ineludibile la fine di quella che ha definito l'aggressione a Gaza. Lo hanno riferito fonti a conoscenza del dossier. Una delle possibilità studiate, e su cui Hamas starebbe riflettendo, è di una tregua di circa due settimane in cambio di decine di ostaggi. In precedenza Hamas ha respinto una proposta di una settimana di tregua in cambio di 40 ostaggi. Inoltre al Procuratore della Corte Penale Internazionale Khan è stata presentata da parte di un'ONG statunitense una lista di quaranta nomi di ufficiali delle forze di difesa israeliane sospettati di avere commesso crimini contro l'umanità a Gaza, redatta sulla base di comunicati ufficiali dell'Esercito di Tel Aviv. Gli ufficiali sarebbero responsabili della pianificazione ed esecuzione di bombardamenti indiscriminati e della distruzione e dell'uccisione in massa di civili.

Franco de Stefani