Foto: Nataša Pirc Musar
Foto: Nataša Pirc Musar

Nataša Pirc Musar ha affermato che, secondo lei, il mondo sta vivendo uno dei periodi più critici dalla fondazione delle Nazioni Unite, in quanto non ha ancora riconosciuto appieno la gravità del cambiamento climatico. “La Slovenia continuerà ad essere attivamente coinvolta nel garantire giustizia ambientale, incluso l’accesso equo all'acqua potabile sicura e all'igiene per tutti" ha assicurato la leader, invitando all’azione comune per risolvere questo problema globale, prendendo come esempio le inondazioni che nel mese di agosto hanno colpito il Paese.

Un’altra questione affrontata da Pirc Musar è stata la disuguaglianza di genere, ha avvertito infatti che “la marginalizzazione sociale delle donne e delle ragazze, spesso associata alla povertà, non è solo ingiusta, ma rappresenta anche una grande perdita di potenziale per le nostre società". A tal proposito, rivolgendosi al presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Denis Francis, Pirc Musar ha evidenziato il fatto che “finora solo quattro donne hanno presieduto l’Assemblea nella sua intera storia”. In conclusione del suo intervento, la leader slovena ha sottolineato l’importanza della cooperazione multilaterale, invitando alla creazione di un nuovo accordo globale basato sulla solidarietà, assicurando il completo impegno a contribuire da parte della Slovenia.

Foto: Reuters
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Per la prima volta è intervenuto anche il presidente ucraino, dopo essere stato calorosamente accolto dai leader mondiali presenti nell’aula del Palazzo di vetro. “Il mondo non abbandoni Kiev”, così Zelensky in apertura del suo discorso incentrato sull’aggressione che il suo Paese sta affrontando. “La Russia sta usando la carenza del grano e i prezzi del cibo come armi, sta usando l’energia come arma” ha dichiarato, invitando ad agire uniti per sconfiggere Mosca. Il leader ha anche annunciato che intende presentare al Consiglio di sicurezza dell’Onu i dettagli del piano di pace ucraino, sostenuto totalmente o in parte, da più di 140 Stati e organizzazioni internazionali. A riguardo è intervenuto anche il presidente statunitense Joe Biden, secondo il quale è necessario opporsi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani. Biden si è concentrato anche sulla crisi climatica, definita da lui come minaccia esistenziale per tutta l’umanità, e sui rapporti con la Cina che vorrebbe gestire responsabilmente per non sfociare in un conflitto. Il dibattito riapre oggi per la sessione della seconda giornata, durante la quale interverranno i leader di altri 40 Paesi.

B.Ž.