Foto: Reuters
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All'indomani della firma di Vladimir Putin del decreto sul passaggio alla gestione russa della centrale nucleare più grande d'Europa, quella di Zaporizhzhia, le forze armate di Mosca stamani hanno lanciato sette attacchi missilistici conto la città dell'Ucraina meridionale. Nell'attacco sono state colpite infrastrutture ed edifici residenziali, secondo quanto reso noto dal capo dell'amministrazione militare regionale. Sono inoltre state udite diverse esplosioni; in seguito agli attacchi sono scoppiati numerosi incendi. Intanto, l'operatore nucleare ucraino Energoatom ha definito insignificante, assurdo e inadeguato il decreto sull'inclusione della centrale nucleare di Zaporizhzhia tra i beni della Federazione Russa. La regione, dove si trova l'impianto, è già stata annessa alla Russia con un referendum-farsa; l'annessione non è infatti stata riconosciuta dalla comunità internazionale.
Nella notte l'esercito russo ha colpito anche un'infrastruttura nel distretto Osnovyanskyi di Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina. Lo ha fatto sapere il sindaco della città. Sul posto è scoppiato un incendio; per il momento non sono giunte notizie di vittime o feriti.
Le unità di difesa aerea di Kiev hanno al contempo abbattuto sei droni kamikaze russi su un totale di 12, che in nottata avevano attaccato le regioni di Odessa e Mykolaiv. A renderlo noto il Comando operativo meridionale di Kiev, secondo cui "il nemico ha intensificato la ricognizione aerea".
Intanto i servizi segreti Usa ritengono che alcuni settori del governo di Kiev abbiano autorizzato l'attentato contro Darya Dugina, la figlia del filosofo nazionalista russo, Alexander Dugin. Lo si legge sul New York Times. Gli 007 hanno sottolineato che Washington non ha preso parte all'attacco dinamitardo, né ha fornito informazioni o altra assistenza. Sempre secondo l'intelligence, gli Stati Uniti non erano a conoscenza dell'operazione in anticipo, alla quale si sarebbero opposti se fossero stati consultati.


E. P.