Scontri a Beirut, tra decine di dimostranti e le forze dell'ordine in seguito ad una violenta protesta antigovernativa nella zona del Parlamento. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti scesi in strada per denunciare il malgoverno in seguito all'esplosione di martedì che ha provocato oltre 150 morti e 5.000 feriti. 300 mila gli sfollati.
In precedenza, si erano registrati altri scontri tra i sostenitori di Saad Hariri, l'ex Primo Ministro del Libano, ed altri manifestanti, dopo la visita dello stesso Hariri nel luogo dove sono avvenute le esplosioni. In base a quanto riportano i media libanesi, i sostenitori di Hariri avrebbero preso d'assalto un centro di assistenza messo in piedi da alcuni cittadini per raccogliere vestiti e coperte da destinare alle persone colpite dalle esplosioni. Gli scontri avrebbero provocato feriti.
Intanto, mentre le autorità nazionali libanesi sono al lavoro nelle indagini, un'inchiesta della Cnn ha rivelato che da più di sette anni nel porto della città era ferma una nave russa che conteneva un carico da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, utilizzato come fertilizzante agricolo, altamente esplosivo. La nave, denominata MV Rhosus era destinata inizialmente al Mozambico, ma era ferma nel porto libanese a causa di difficoltà finanziarie. Secondo il direttore delle dogane del Libano, quella nave era l'equivalente di una vera e propria "bomba galleggiante" e più volte era stata richiesta la sua rimozione o comunque che fossero adottate delle precauzioni, richieste però inascoltate. Comunque, tra le 16 persone arrestate nell'inchiesta figura anche il direttore generale del porto, inoltre è stato disposto congelamento dei conti di 7 persone, tra cui quelli dello stesso direttore del porto e del capo della dogana.
Tra le vittime, inoltre, c'è anche un'italiana di 92 anni nata a Beirut nel 1928 e iscritta al registro anagrafico di Roma dei cittadini residenti all'estero. A quanto si apprende dall'ambasciata, la 92enne è morta in casa, probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d'urto dell'esplosione.

Davide Fifaco

Foto: EPA
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