Il presidente bielorusso, Aljaksandr Lukašėnko, ha respinto con fermezza l'ipotesi di nuove elezioni presidenziali, dopo che lo scorso 9 agosto ha trionfato con una grande maggioranza di circa l'80% dei voti. La sfidante, Sviatlana Tsikhanouskaya, si è detta comunque pronta ad "agire da leader nazionale" per riportare calma e normalità nel Paese. In un nuovo videomessaggio Tsikhanouskaya, fuggita dalla Bielorussia e rifugiatasi in Lituania dopo i risultati del voto, dice di voler aiutare il suo popolo, dopo che nel fine settimana decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere l'uscita di scena di Lukašėnko.
Il procuratore generale bielorusso ha intanto annunciato che quasi tutte le persone arrestate durante le manifestazioni sono state rilasciate. Nel Paese però continuano gli scioperi dei lavoratori, che si stanno riunendo in comitati. Lo ha riferito un portale locale, precisando che i dirigenti delle imprese hanno avuto un incontro con i lavoratori e hanno esortato tutti a mettere per iscritto le loro richieste senza interrompere il processo di produzione. Tra le richieste avanzate l'annullamento delle elezioni presidenziali e lo stop delle violenze contro i manifestanti. Anche alcuni dipendenti della radio e della televisione di Stato si sono uniti all'agitazione.
Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha convocato per mercoledì un vertice straordinario sulla crisi in Bielorussia. Lo ha annunciato in un tweet, sottolineando che "i bielorussi hanno il diritto di decidere del loro futuro ed eleggere liberamente il loro leader. Le violenze contro i manifestanti sono inaccettabili e non possono essere autorizzate", ha precisato Michel.


E. P.

Foto: Reuters
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