L'esercito americano continuerà la sua lotta contro lo Stato islamico in Iraq e altrove. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa, Mike Pence, durante una telefonata con il premier iracheno, Adel Abdul Mahdi, che comunque si dice preoccupato: la situazione della sicurezza in Siria influisce direttamente sulla sicurezza nazionale dell'Iraq e sulla stabilità regionale.

Soldati americani Foto: EPA
Soldati americani Foto: EPA

La notizia arriva dopo l'annuncio del ritiro delle truppe americane dalla Siria, ed il dimezzamento delle forze in Afghanistan, ragione per la quale l'inviato speciale Usa presso la coalizione internazionale anti Isis, Brett McGurk, ha rassegnato le proprie dimissioni. In una lettera ha affermato che lo Stato islamico è in fuga, ma non è sconfitto. Secondo le sue parole il prematuro ritiro americano dalla Siria potrebbe favorire nuovamente la sua ascesa. McGurk comunque aveva intenzione di lasciare il proprio incarico l'anno prossimo, in questo modo ha soltanto anticipato la mossa già da tempo pianificata.

Trump intanto cerca di difendere la sua decisione di ritirare le truppe dalla Siria: "Saremmo dovuti restare tre mesi, e questo accadeva sette anni fa", ha twittato. "Quando sono diventato presidente, l'Isis era scatenato. Ora è fondamentalmente sconfitto e altri Paesi locali, inclusa la Turchia, dovrebbero essere in grado facilmente di occuparsi di quello che ne resta. Torniamo a casa", ha scritto ancora il capo dello Stato americano su Twitter.

E. P.