Mentre il premier britannico Johnson intende spedire una lettera a Bruxelles con la richiesta di un'estensione della data di uscita nel caso non si riuscisse a raggiungere un accordo, il premier irlandese Varadkar ha risposto che questa sarebbe una mossa che prenderebbe in considerazione. Il ministro degli esteri irlandese Coveney, dal canto suo, ha dichiarato che la proposta britannica puo' avere successo ma e' necessario lavorarci sopra. Varadkar ha dichiarato che se la Gran Bretagna chiedera' un'estensione del termine della sua uscita dall'Unione Europea lo prendera' in considerazione, precisando che un'estensione sarebbe preferibile ad un'uscita no-deal. Varadkar ha aggiunto di preferire di riuscire a giungere ad un accordo entro la meta' di ottobre, ma se cio' non sara' possibile il posticipo dell'uscita sarebbe accolto favorevolmente anche dalle altre nazioni europee. I commenti sono giunti dopo la notizia della BBC che evidenziava che il premier britannico Johnson spedira' una richiesta di estensione nel caso non ci fosse un accordo entro il 19 ottobre prossimo. Il suo ministro degli esteri Coveney ha fatto sapere che le negoziazioni non sono una missione impossibile e che possono avere successo, ma che qualsiasi nuovo accordo dovra' assicurare un confine aperto tra le 2 Irlanda. Coveney ha precisato che un accordo puo' essere raggiunto con buona volonta' ed energia di tutte le parti, ed ha aggiunto di ritenere che potra' essere raggiunto la settimana prossima. Intanto l'Unione Europea ha fatto sapere di non avere imposto alcuna scadenza a Londra sul Brexit in vista del consiglio europeo di ottobre. Lo ha dichiarato la portavoce dell'esecutivo comunitario, smentendo le indiscrezioni circolate in Gran Bretagna, precisando che ogni giorno conta in quanto gli incontri a livello tecnico proseguono e che se verso la fine della prossima settimana non vi saranno le risposte attese da Londra per giungere ad un accordo sara' chiaro che la trattativa non ha sbocco. La portavoce ha aggiunto che a livello teorico l'articolo 50 dei trattati non prevede che sia la figura del premier britannico a chiedere una nuova estensione della data di uscita.

Franco de Stefani

Foto: Reuters
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