Foto: Reuters
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La perquisizione non usuale nella casa di Donald Trump ha messo in evidenza le profonde preoccupazioni all'interno del governo Usa sul tipo di informazioni in possesso dell'ex presidente a Mar-a-Lago e il pericolo che potessero finire in mani sbagliate. I documenti sulle armi nucleari sono particolarmente sensibili e solitamente la loro diffusione è limitata ad un numero ristretto di persone.

Pubblicizzare dettagli sulle armi americani potrebbe quindi concedere vantaggi agli avversari.
David Laufman, l'ex capo della sezione di intelligence del Dipartimento di Giustizia americano ha affermato che nel caso fosse vero si trattasse di documenti legati alle armi nucleari, "si tratterebbe di materiale riservato ai più alti livelli"., afferma Trump ha tempo fino alle 21 di oggi per decidere se opporsi o meno alla diffusione del documento. Per il tycoon ed i suoi legali si tratta di una scelta complessa: l'ex presidente ha in mano il mandato da lunedì quando è stato effettuato il blitz, ma non l'ha reso pubblico limitandosi a criticare duramente l'Fbi.

Se decidesse di bloccare la richiesta del Dipartimento di Giustizia, Trump ammetterebbe implicitamente di aver qualcosa da nascondere; secondo alcune indiscrezioni, lo staff dell'ex presidente è stato colto di sorpresa dalla mossa del ministro della Giustizia, in grado almeno per il momento di mettere Trump all'angolo.

Se le indiscrezioni del Washington Post sui documenti legati al nucleare si rivelassero vere, la situazione di Trump si complicherebbe. Le carte potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale americana, ma anche creare problemi con altri paesi. Non è chiaro, infatti, se i documenti a cui gli agenti federali davano la caccia riguardavano solo l'arsenale nucleare americano o anche quello di altri paesi.

Il presidente degli USA, Joe Biden, segue gli sviluppi da lontano, trovandosi in vacanza; una pausa in vista delle elezioni di metà mandato di novembre, dopo le quali, secondo indiscrezioni, dovrebbe annunciare la sua candidatura al 2024 e lanciare la campagna elettorale.

Intanto un uomo è stato ucciso per aver cercato di irrompere nella sede dell'Fbi a Cincinnati, in Ohio. Dopo un inseguimento e delle trattative per convincerlo a consegnarsi, durate diverse ore, Ricky Shiffer, questo il nome dell'uomo, è stato freddato dalle forze dell'ordine.
Secondo indiscrezioni, Shiffer sarebbe stato un sostenitore dell'ex presidente americano con legami con gruppi estremisti, fra i quali uno di quelli che ha partecipato all'assalto al Congresso del 6 gennaio.

Davide Fifaco