Mentre l'Iran continua a ribadire che la petroliera britannica Stena Imperio è stata sequestrata per violazioni delle regole marittime internazionali, secondo il numero uno dello UK Chamber of Shipping, Bob Sanguinetti, il ministro degli esteri inglese Jeremy Hunt e la Stena Bulk proprietaria dell'imbarcazione, la stessa non si trovava in acque iraniane, ma internazionali e sarebbe stata costretta ad entrare in Iran.

La linea dell'incidente marittimo è stata ribadita anche dal ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zari in un colloquio telefonico con l'omologo inglese Hunt: "Il sequestro della petroliera britannica è stato causato da violazioni marittime su richiesta delle competenti autorità portuali" ha affermato Zarif. Secondo la versione iraniana riportata dall'agenzia stampa, le forze navali dei Pasdran sono intervenute su richiesta dell'Organizzazione portuale e marittima della provincia di Hormuzgan dopo che la petroliera Stena Impero aveva "creato problemi, spento il Gps e scaricato rifiuti petroliferi". Dal canto suo Hunt ha espresso "estremo disappunto" per il sequestro della petroliera Stena Impero in seguito al colloquio con il collega iraniano.

Nel frattempo diverse potenze mondiali si sono mosse per cercare di evitare una escalation. L'Unione europea ha esortato l'Iran a rilasciare immediatamente la petroliera sequestrata, esprimendo profonda preoccupazione per l'accaduto. Anche Mosca teme un rialzo della tensione e chiede alle parti di agire con misura. "Contiamo su un approccio sensato da entrambe le parti, ma questo dipenderà dai piani di ciascuno", ha dichiarato il presidente della Commissione Affari Esteri del Consiglio della Federazione russa, Konstantin Kosachev. Per la Germania si tratta invece di di un'ingiustificabile interferenza nell'industria marittima civile che esaspera una situazione già tesa". Mentre da Parigi hanno offerto piena solidarietà a Londra. Sulla questione si è mosso anche il governo di Nuova Delhi, al lavoro per ottenere il rilascio eil rimpatrio dei 18 marinai indiani, su un totale di 23 membri dell'equipaggio. A seguito del sequestro della petroliera britannica Washington ha annunciato che le proprie forze stanno monitorando lo Stretto dall'alto. "Abbiamo pattuglie aeree che operano in uno spazio aereo internazionale monitorando la situazione all'interno dello Stretto di Hormuz", ha fatto sapere il colonnello Earl Brown, portavoce di Centcom.

Danijel Konestabo

Foto: Reuters
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