Foto: Reuters
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Il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba, commentando la notizia che la centrale di Črnobyl, gia' teatro del disastro nucleare del 1986, e' stata disconnessa dalla rete elettrica, ha affermato che i generatori diesel di riserva hanno una capacita' di 48 ore per alimentare la centrale, successivamente i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito si fermeranno, rendendo imminenti le perdite di radiazioni. Sembrano valere poco le rassicurazioni fornite da Mosca su quanto fosse sotto controllo la situazione alla centrale. Il grido d'allarme del Ministro ucraino, e' giunto a poche ore da quello dell'AIEA, l'agenzia ONU per il nucleare, che aveva evidenziato che non giungevano piu' i dati di monitoraggio da parte del sito ucraino, precisando che la trasmissione a distanza dei dati dei sistemi di sicurezza era stata tagliata. La portavoce del Ministero degli Esteri russo aveva affermato che la Russia aveva il controllo della situazione. Mosca controlla il sito dal 24 febbraio scorso, e fino a quando i dati erano disponibili non erano stati rilevati aumenti dei livelli di radioattivita'. Attualmente sono circa 200 tra tecnici e guardie le persone bloccate all'interno, dove lavorano da 13 giorni sotto sorveglianza. Il Direttore AIEA Grassi ha dato la sua disponibilita' a recarsi di persona a Črnobyl o altrove per ottenere da tutte le parti un impegno sulla sicurezza delle centrali nucleari ucraine, e ha invitato le forze russe a consentire una pausa ad alcuni membri del personale della centrale. L'apprensione va ad aggiungersi a quella per la centrale di Zaporizhzya, attaccata la notte del 4 marzo scorso per la quale sembrano non esserci fuoriuscite sospette.

Franco de Stefani