Dopo mesi di trattative e incertezza, l'accordo della "fase 1" firmato alla Casa Bianca, costituisce una ripresa dei rapporti fra i due Paesi. Prevede l'acquisto, da parte della Cina, di ulteriori 200 miliardi di dollari di prodotti, specie agricoli, e servizi americani, nei prossimi due anni, impegnandosi inoltre a non lanciarsi in svalutazioni della propria valuta, e a proteggere la proprietà intellettuale. In cambio, gli Stati Uniti si impegneranno a non aumentare i dazi annunciati recentemente, revocando quindi le nuove tariffe del 15% scattate a dicembre complessivamente su 160 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Evitando di fatto che Pechino rispondesse con tariffe su 3.300 prodotti made in USA. Gli americani però si riservano di introdurre nuovi dazi, unilateralmente, se la Cina nei prossimi tre mesi non cancellerà i tributi al 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi, che rimarranno come sono. Mentre verranno ridotte al 7,5% le tariffe su 120 miliardi di altri prodotti da Pechino.

Soddisfatto Trump che ha annunciato, "in un futuro non lontano", visiterà Pechino e il suo amico, il presidente cinese Xi Jinping. Quest'ultimo da Pechino ha replicato che "l'accordo commerciale dimostra che Cina e Usa possono appianare le differenze e trovare soluzioni ai problemi basate sul dialogo". Il tycoon inoltre ha precisato che i dazi al momento restano perché servono come leva per le trattative della Fase 2 dell'accordo, che partiranno a breve.

Dagli Usa ora potrebbero arrivare nuovi possibili dazi per 3 miliardi di dollari verso i prodotti Ue, un'eventualità supportata dalla decisione dell'Organizzazione mondiale del commercio che ha autorizzato gli Stati Uniti ad applicare sanzioni alla Ue per un massimo di 7,5 miliardi di dollari. Decisione presa l'ottobre scorso dal Wto per compensare gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.


Corrado Cimador


Foto: Reuters
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