Un mondo che si confronta ogni giorno con un cambiamento climatico importante che nei casi più gravi porta a caldo o a freddo estremo, incendi, alluvioni e allo scioglimento dei ghiacci; un futuro, dunque, sempre più incerto e sul quale bisogna continuare a lavorare. Quest'anno la Giornata mondiale della Terra, che da oltre mezzo secolo mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi ambientali che il nostro pianeta deve affrontare, si concentra sulla richiesta di una riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2040, con l'obiettivo finale di garantirne un futuro senza alle generazioni a venire. Negli ultimi decenni, la sua produzione è già salita a oltre 380 milioni di tonnellate all'anno. Solo qualche giorno fa l'associazione non profit The Ocean Cleanup ha dichiarato di aver riempito oltre 272 camion di spazzatura da un solo tratto del fiume Rio Las Vacas, in Guatemala.
Per raggiungere questo obiettivo di riduzione, è necessario promuovere una diffusa consapevolezza dei danni causati dalla plastica all'uomo, agli animali, all'ecosistema e alla biodiversità e condurre maggiori ricerche sul suo impatto sulla salute. Gli esperti sostengono che quando si rompe in microparticelle, questo resistente materiale è in grado di rilasciare sostanze chimiche tossiche nelle fonti di cibo e acqua ed è inoltre presente nell'aria che respiriamo. L'ufficio nazionale di statistica ha rilevato che nel 2022 in Slovenia sono state generate circa 63.000 tonnellate di rifiuti plastici: un dato preoccupante che sottolinea l'urgenza di un cambio di rotta; fortunatamente, il riciclo offre una speranza restituendo nuova vita a molti oggetti. Piccole azioni e gesti quotidiani che possono fare la differenza per garantire un futuro migliore, come ad esempio l'utilizzo di bottiglie di vetro oppure di metallo. Questo l'appello della Presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar in occasione della Giornata della Terra che ha voluto anche sottolineare l'importanza della natura come pietra angolare della politica climatica.