È entrata in vigore nel 2010 la convenzione internazionale Onu per la protezione delle persone dalle sparizioni forzate, un documento ratificato finora da oltre 60 Paesi, 13 dei quali sono Paesi dell'Unione Europea, una lista che comprende Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia e Spagna ma non la Slovenia. Peter Svetina, tutore sloveno dei diritti umani, si attende che Lubiana adotti la convenzione al più presto, armonizzando anche, se necessario, le norme penali. Appello formulato in occasione della giornata mondiale dei desaparecidos, che ricorre oggi, 30 agosto. "Equivarrebbe a dare un segnale chiaro che le sparizioni forzate non sono tollerabili in nessun caso, neppure in circostanze straordinarie, ad esempio in tempo di guerra o di rischio di guerra o di instabilità politica", afferma Svetina. "Si tratta di un crimine contro l'umanità, e come tale non può restare impunito", aggiunge il tutore. Ricordando, come sottolinea l'Onu, che il fenomeno delle sparizioni forzate, ossia della scomparsa di persone che, da un giorno all'altro, sono sparite nel nulla per motivi politici o sociali, non appartiene solo al passato (tipicamente associato all'America Latina) né a determinate aree del mondo ma è un problema drammaticamente attuale e globale. E la sensazione di pericolo che ne deriva, laddove si verificano sparizioni forzate, non investe esclusivamente le vittime e i loro congiunti ma la società intera.

Madri a Plaza de Mayo, immagine tratta da abuelas.org.ar
Madri a Plaza de Mayo, immagine tratta da abuelas.org.ar