Il primo massacro è avvenuto ad El Paso dove un 21-enne ha aperto il fuoco in un supermercato della catena Walmart, uccidendo 20 persone e ferendone altre 26. Gli investigatori hanno riferito di essere entrati in possesso di un manifesto suprematista attribuito a Patrick Crusius, il ragazzo fermato in relazione alla strage. La seconda spratoria è avvenuta invece nell'Oregon District, quartiere di pub e ristoranti di Dayton, Ohio. Nove sono le persone che hanno perso la vita, mentre il bilancio dei feriti è fermo a 16. Le autorità hanno confermato che il killer è stato ucciso. La notizia di un ennesimo massacro che insanguina gli Stati Uniti ha riacceso la polemica sul possesso di armi da fuoco nel Paese e sul loro uso improprio. Centinaia di volontari che chiedono leggi più restrittive in materia hanno manifestato a Capitol Hill, chiedendo che il Senato, controllato dai repubblicani, approvi la legge che impone maggiori controlli sui precedenti delle persone che vogliono acquistare un'arma. Legge che è già stata approvata a inizio anno dalla Camera, a maggioranza democratica. Appresa la notizia delle due sparatorie, centinaia di militanti hanno deciso di manifestare anche davanti alla Casa Bianca. Il presidente Donald Trump ha intanto condannato le stragi, definendo la tragedia di El Paso "un atto di codardia". Rivolgendo un pensiero anche alle vittime di Dayton, Trump ha ricordato che non c'è alcuna ragione o scusa che giustifichi l'uccisione di persone innocenti. Per Beto O'Rourke, candidato presidenziale nativo di El Paso, ad alimentare con la sua retorica anti migranti il razzismo e l'aumento della violenza nel Paese sarebbe invece proprio il presidente Trump. O'Rourke si è spinto al punto di rispondere in maniera affermativa alla domanda se la sparatoria in Texas sia colpa del tycoon. Non rimane altro che attendere per vedere se questa nuova ondata di vittime spingerà il governo americano a riformare la legge sull'uso di armi da fuoco. Intanto i numeri parlano chiaro: nel 2019 sono già 246 i morti per mano di «killer solitari», significa in media più di uno al giorno.

Maja Novak

Foto: Reuters
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