Foto: Reuters
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I colloqui a Doha, secondo Al-Qahera News "sono una continuazione di ciò che è stato discusso a Parigi e saranno seguiti da altri incontri al Cairo". "Stiamo lavorando un accordo per gli ostaggi", ha detto intanto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, precisando di voler arrivare ad un’intesa. Netanyahu ha poi affermato di apprezzare "gli sforzi degli Stati Uniti" nelle trattative. Non è convinto che un accordo potrà essere raggiunto, nel caso però "Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un'intesa ci sarebbe", ha dichiarato.
Al contempo il governo del primo ministro dell'autorità nazionale palestinese, Mohammad Shtayyeh, potrebbe dimettersi a breve per favorire un nuovo governo palestinese di tecnici. Lo ha riferito a Sky News Arabia una fonte palestinese. L'emittente precisa che questi sviluppi rafforzano le notizie secondo cui il gruppo di estremisti palestinesi Hamas, la scorsa settimana avrebbe accettato la formazione di un governo tecnico, con l'obiettivo di ricostruire Gaza dopo la guerra e ripristinare la sicurezza nella Striscia. Alcune fonti di Sky News Arabia suggeriscono che l'incaricato di formare il governo sarebbe il capo del fondo degli investimenti della Palestina, Muhammad Mustafa.
Parlando delle proposte internazionali della creazione di due Stati per porre fine alla crisi nella Striscia di Gaza, il comandante delle guardie rivoluzionarie iraniane, Hossein Salami, ha detto che la coesistenza tra la popolazione di Gaza ed il regime sionista "non è possibile". Teheran e Hamas, sostenuto dall'Iran, si oppongono alla soluzione proposta. Secondo Salami inoltre, "i sionisti cercano di ottenere la vittoria uccidendo bambini, donne e persone indifese, ma la vittoria divina sarà del devoto popolo di Gaza, che non ha rinunciato alla resistenza nell'attuale guerra".