L'esercito libico di Khalifa Haftar ha preso il controllo di Gharian, 100 chilometri da Tripoli. Dopo brevi scontri con le forze che difendevano la cittadina, la Libyan National Army, guidata dal generale di Bengasi è entrata in una delle porte di accesso dal Sud alla capitale. La manovra di avvicinamento è stata molto rapida, anche se di fatto era una mossa preannunciata da settimane, da quando Haftar ha iniziato a far muovere le sue truppe verso Ovest e verso Sud. Mentre Haftar teneva impegnato il premier Fayez al-Sarraj e i suoi rivali con il dialogo politico mediato dalle Nazioni Unite, sul campo i suoi soldati si avvicinavano a Tripoli. Molti analisti ritengono che Haftar, che già nel 2015 aveva annunciato un velleitario attacco a Tripoli, non abbia la forza per espugnare la capitale libica come invece ha fatto casa per casa con Bengasi e Derna. Questa mossa sarebbe quindi un modo per presentarsi in posizione di forza alla conferenza di Ghadames. Intanto il segretario generale dell'Onu, Guterres, ha lanciato appelli alla "calma e moderazione" aggiungendo che "in queste circostanze", la conferenza nazionale che dovrebbe portare ad una data per le elezioni "è impossibile". Qualche preoccupazione si è diffusa anche nel governo italiano. Il premier Giuseppe Conte è tornato ad invocare "un percorso politico sotto la guida delle Nazioni Unite" perché "le opzioni militari, tanto più se unilaterali, non offrono alcuna garanzia di realizzare soluzioni responsabili e durature". Il titolare della Farnesina, Enzo Moavero, da Washington, dove si trova per il vertice Nato, ha fatto sapere di essere in contatto con l'ambasciata a Tripoli e di seguire gli sviluppi con attenzione mentre il ministro dell'Interno, Matteo Salvini ha posto la questione alla riunione dei ministri dell'Interno del G7 a Parigi ed ha parlato telefonicamente con il vicepremier libico Maitig.
Davide Fifaco

Foto: Reuters
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