Spesso un atto di violenza, un gesto criminale, perpetrato da un essere umano con particolare efferatezza, è paragonato come un comportamento animale. Nel mondo animale però le uccisioni di soggetti di specie diversa rientrano nella legge della sopravvivenza, infatti, sono molto rare le uccisioni in seno alla stessa specie, poiché la lotta tra consimili è ritualizzata e cessa non appena l’animale vinto emana un segnale convenzionale per comunicare al vincitore la propria resa. Per l’uomo il discorso è diverso, da Caino che uccide il fratello Abele, nella Bibbia, a una mamma che oggi uccide il proprio figlio sono passati migliaia di anni. Eppure, la carica aggressiva che porta a gesti di estrema violenza è sempre la stessa. Il fatto è che l’uomo a differenza degli animali, spesso non riesce a controllare gli istinti più brutali. E non solo per disturbi psichici. Infatti, in molti casi anche le persone considerate normali possono arrivare a uccidere. Ciò avviene perché l’uomo ha difficoltà a controllare la carica aggressiva. Ovvero a gestire determinate situazioni, a rispondere a tono a una persona che lo insulta e quindi trasforma l’atteggiamento difensivo in aggressivo. C’è poi una violenza fine a sé stessa che, secondo lo psicanalista Erich Fromm, fa parte solo dell’uomo e che porta alle stragi o al genocidio. La più comune si manifesta tra le mura domestiche nei confronti dei familiari che tende a rarefarsi in via direttamente proporzionale alla paura instaurata nella vittima che, completamente sottomessa ed al fine di evitare il ripetersi della violenza, tende ad obbedire al suo aggressore al quale basterà anche solo minacciare verbalmente il male temuto per ottenerne la piena soggezione.
Secondo alcune teorie sociologiche, la carica distruttiva la impariamo dall’ambiente. Chi è stato educato ad assimilare il conflitto sa anche gestirlo. Altresì ci sono persone che hanno una visione distorta della realtà e quindi sono portate a incanalare la violenza senza reticenze. Se un bambino è trascurato, non impara a valutare correttamente le conseguenze delle sue azioni, arrivando anche a commettere gesti crudeli senza senso di colpa, come gli atti di bullismo, ha buone possibilità da adulto di essere un asociale, e quindi ad avere problemi a stringere dei legami con i propri simili. Purtroppo, la cronaca solo nell’ultimo secolo ne è piena, nel '900 i morti ammazzati nel mondo sono stati 150 milioni.

Corrado Cimador

Foto: Radio Capodistria
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