Foto: Reuters
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I conti bancari delle donne che non portano il velo in Iran saranno bloccati. Lo ha reso noto il membro della commissione cultura del parlamento di Teheran Jalali facendo riferimento ai nuovi provvedimenti da mettere in pratica nelle prossime settimane riguardo l'uso del velo in pubblico, obbligatorio nella repubblica islamica fin dalla sua fondazione, nel 1979. Jalali ha aggiunto che invece della disciolta polizia morale, le persone che non indosseranno il velo saranno avvisate tramite messaggi prima di passare alle punizioni, e che non vi sara' alcun ritiro dal piano dell'hijab in quanto tale ritiro significherebbe il ritiro della repubblica islamica. Jalali ha chiarito i primi punti del piano statale, ancora allo studio, chiamato Castita' e Hijab, precisando che sara' pronto in due settimane e prevedera' misure punitive moderne e precise contro l'abbigliamento improprio come le notifiche con sms, gli avvertimenti e infine il blocco del conto bancario, cosa non poco rilevante per le centinaia di ragazze che hanno bruciato l'hijab islamico obbligatorio, considerato da molti come il Muro di Berlino della guerra fredda, simbolo per eccellenza della lettura sciita del Corano e avvertito come sempre piu' insopportabile dalla maggioranza delle donne e dalla popolazione, che chiede riforme urgenti non piu' procrastinabili sia sociali che economiche. La protesta, iniziata quasi tre mesi or sono in seguito alla morte di Mahsa Amini, e' solo l'ultima ma non meno importante di forti proteste contro la Repubblica islamica degli ultimi 40 anni. Le dichiarazioni di Jalali erano apparse come una smentita rispetto a quanto aveva dichiarato il Procuratore generale Montazeri in merito a una temporanea chiusura della polizia morale iraniana, incaricata del controllo del rispetto dei precetti della sharia sulla popolazione. La protesta in corso appare ormai inarrestabile e sta coinvolgendo tutto il Paese con continui scontri e disordini anche violenti in molte citta', uno sciopero di tre giorni attualmente in corso e una mobilitazione generale degli studenti.

Franco de Stefani