Foto: Reuters
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Nella zona centrale di Israele stanno risuonando le sirene d'allarme. Nuovi razzi sono stati lanciati contro Tel Aviv. Si tratta di una risposta agli attacchi israeliani contro i civili palestinesi, ha detto Hamas in un messaggio citato dai media. Le forze armate israeliane hanno riferito di aver dispiegato i riservisti lungo le città sul confine con il Libano. Una mossa necessaria dopo la situazione di tensione con gli Hezbollah. L'esercito ha anche spiegato che gli ultimi attacchi aerei sulla Striscia di Gaza mirano a distruggere la rete di tunnel che per decenni è servita come centro operativo per Hamas. L'aeronautica militare, al contempo, ha annunciato di aver ucciso nella notte un importante agente delle milizie palestinesi, nel corso di un'ondata di attacchi che avevano l'obiettivo di danneggiare il comando dell'organizzazione terroristica. Al principale ospedale di Gaza comunque restano ancora solo 4 giorni di carburante per i suoi generatori. Lo rivelano le ONG presenti sul posto. In ogni caso Hamas si sta preparando ad una guerra lunga. Questa la previsione del capo del Comando militare del Fronte Interno israeliano. Il gruppo palestinese, ha spiegato, "ha diminuito la portata degli attacchi a circa 200-400 razzi al giorno, per permettersi un combattimento molto lungo".
L'esercito israeliano finora ha informato le famiglie di 97 ostaggi tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce delle forze di difesa. Secondo quando affermato da Hamas e dalla Jihad islamica, gli ostaggi sarebbero 130, altre fonti invece stimano che siano almeno 200 le persone catturate e tenute a Gaza. Il ministro dell'Energia israeliano ha però detto che finché le persone rapite non saranno riportate a casa, a Gaza non verranno fornite né elettricità né acqua. Intanto un alto funzionario delle milizie palestinesi ha detto alla CNN che è troppo presto per uno scambio di ostaggi con Israele. Il problema sarà discusso "solo quando finirà l'aggressione israeliana contro il nostro popolo", ha spiegato. Il coordinatore speciale nominato dal governo israeliano ha comunque detto che Tel Aviv sta compiendo uno sforzo "di intelligence e operativo" per mettere a fuoco la questione degli ostaggi.
Hamas intanto ha rifiutato l'idea di un cessate il fuoco per creare un corridoio umanitario concordato tra Stati Uniti, Israele ed Egitto per far uscire i civili da Gaza. I miliziani palestinesi hanno invece chiesto che gli aiuti vengano portati a Gaza.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivato in Israele. Dapprima avrà un incontro con il premier, Benjamin Netanyahu, con il suo governo ed il presidente, Isaac Herzog. Domani Blinken incontrerà inoltre il presidente della Palestina, Mahmud Abbas. Il capo dello stato palestinese oggi vedrà invece il re di Giordania.
Per domani il Brasile ha convocato una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza Onu per discutere della guerra tra Israele e Hamas.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, intanto ha fatto sapere che l'Alleanza Atlantica condanna nei termini più forti possibili gli orribili attacchi terroristici di Hamas contro Israele. Lo si legge sul sito della Nato. "Israele non è solo", ha aggiunto Stoltenberg. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, intervenendo da remoto alla ministeriale Difesa della Nato, ha al contempo affermato che "Hamas è l'Isis di Gaza, un'organizzazione feroce, finanziata e sostenuta dall'Iran. L'Isis di Gaza non esisterà, ai nostri confini", ha detto ancora Gallant. "Le Forze di difesa israeliane distruggeranno Hamas e daremo la caccia a ogni uomo, macchiandolo del sangue dei nostri figli". Il ministro ha poi espresso apprezzamento per la dimostrazione globale di solidarietà con Israele, in particolare da parte degli Stati Uniti.
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha affermato che la Germania si impegna ad offrire pieno sostegno ad Israele: "Il solo posto dove stare in questo momento, per la Germania, è al fianco di Israele", ha detto nel corso di un intervento al Bundestag. "La nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall'Olocausto”, ha aggiunto, “fanno che sia nostro impegno perenne difendere l'esistenza e la sicurezza dello stato di Israele". Secondo Scholz, il silenzio del presidente palestinese di fronte agli attacchi di Hamas è vergognoso. Il cancelliere inoltre ha detto che "il Ministero federale degli Interni vieterà ad Hamas di operare in Germania". Anche l'intera cooperazione allo sviluppo con i territori palestinesi è "sotto revisione", ha aggiunto, e fino a quando questa non sarà completata, Berlino non fornirà nuovi aiuti alla popolazione.
Il capo dello Stato ucraino, Volodymyr Zelensky, ha espresso l'intenzione di recarsi in Israele per mostrare solidarietà con il governo Netanyahu. Lo affermano funzionari ucraini e israeliani, citati da Axios. Zelensky, secondo le fonti, avrebbe inviato una richiesta ufficiale all'ufficio del primo ministro chiedendo di coordinare una visita.
Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha chiesto negoziati tra le forze israeliane e palestinesi. Secondo il presidente russo, infatti, "è necessario evitare a tutti i costi l'espansione della guerra, perché se ciò accadrà avrà un impatto sulla situazione internazionale".
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha affermato che Mosca spera che tutte le parti tornino ad attuare le decisioni del Consiglio di sicurezza Onu per la creazione di uno Stato palestinese, una volta raggiunta la tregua tra le due parti.