Foto: AP
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“Il nemico ha sferrato un attacco, diretto proprio nella zona del corridoio umanitario", ha scritto su Facebook il Ministero della Difesa di Kiev, precisando che l'esercito russo non ha permesso a donne, bambini e anziani di lasciare la città di Mariupol. Kiev ha anche affermato di aver sminato un percorso di 250 chilometri fino a Zaporizhzhia per consentire l'evacuazione di circa 450.000 persone.
Nella città di Sumy intanto l'evacuazione dei civili ha avuto successo, il Ministero degli Esteri di Kiev ha pubblicato un video che mostra immagini di civili che lasciano la città a bordo di autobus e minibus. Evacuata anche la città di Irpin.
E nel tredicesimo giorno di guerra l'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme: gli attacchi agli ospedali e alle ambulanze sono aumentati "rapidamente" negli ultimi giorni e le forniture mediche vitali stanno finendo.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è intanto rivolto con un videomessaggio alla Camera dei Comuni a Londra: "La Nato non si è comportata come doveva nella sua risposta dopo l'attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e nel non imporre una no-fly zone sui cieli dell'Ucraina. Noi non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto arrendervi di fronte all'invasione nazista. Le bombe dei russi hanno colpito tutto il Paese uccidendo tanti civili, tanti bambini, ma noi non cederemo. Continueremo a combattere per difendere la nostra terra a qualsiasi costo. Abbiamo bisogno dell'aiuto dei vostri Paesi. Siamo grati per quello che avete fatto, ma aumentate le sanzioni, riconoscete che la Russia è uno stato terrorista e proteggete i nostri cieli", l'appello di Zelensky.


E. P.