Una riunione che ha messo a seria prova la stabilità della coalizione al governo. Molto tesi i rapporti tra gli esponenti del Partito del Centro Moderno i Socialdemocratici Sd, ma soprattutto la Sinistra, il partner esterno del governo Šarec. Durante la riunione, indetta dalla Sinistra, sono state respinte complessivamente due, delle tre proposte avanzate dalla Sinistra, mentre altre tre avanzate dai partiti della coalizione sono state approvate. Respinta la proposta che ha acceso gli animi, quella avanzata dalla Sinistra appunto nella quale si richiedeva di revocare la delibera che riguardava il riconoscimento di Guaidò come presidente ad interim. Il comitato ha approvato invece la raccomandazione in base alla quale viene precisato che l'esecutivo respinge qualsiasi intervento militare in Venzuela e sostiene invece la soluzione pacifica della crisi nel quadro dell'Unione Europea e delle maggiori organizzazioni internazionali. Auspicato inoltre un maggiore sostegno alla popolazione venezuelana con l'invio di aiuti di aiuti umanitari. Ma ad emergere durante la riunione è stata soprattutto un'interpretazione completamente differente che gli schieramenti hanno della crisi, secondo la Sinistra il colpevole principale va individuato negli Usa che hanno sanzionato il paese spinti da interessi economici, mentre i partiti della coalizione ritengono che la colpa sia dovuta al mal gestione del Presidente Maduro. Particolarmente sotto tiro il Ministro egli esteri Cerar alle prese con un lungo botta e risposta con l'esponente della Sinistra, Miha Kordiš il quale ha accusato Cerar di aver ceduto alle pressioni statunitensi. Tesi smontata dal Ministro il quale ha spiegato che il riconoscimento è il frutto di una decisone presa in accordo con il Parlamento Europeo. Cerar ha poi precisato che Guaido' è stato riconosciuto fino a nuove elezioni.

Ma sentiamo ora Ernest Petrič, esperto di diritto internazionale, ex Presidente della Corte costituzionale e ora membro del gabinetto del Presidente della Repubblica in veste di consigliere per gli aspetti internazionali:
"Questa posizione assunta in un caso come quello venezuelano dove abbiamo da una parte Guaidò e dall'altra Maduro riguarda il riconoscimento di un nuovo governo. Ogni paese ha la possibilità di riconoscere o meno il nuovo esecutivo. Questo gesto non comporta effetti sul piano del diritto. Il riconoscimento o meno non determina che si è stabilito di fatto un governo. Tutto dipende dalla sua effettività. Il riconoscimento è un gesto politico con il quale viene espressa una determinata posizione o pensiero. La posizione assunta dal nostro governo esprime semplicemente la volontà di arrivare ad elezioni democratiche in Venezuela con l'obiettivo di non inasprire la situazione e peggiorare la crisi umanitaria nel paese. Il nostro riconoscimento è stato molto preciso, non si è trattato di un riconoscimento del governo, ma abbiamo semplicemente appurato che il signor Guaidò in veste di Presidente del Parlamento assume l'incarico temporaneo di Presidente della Repubblica con l'obiettivo di indire elezioni libere e democratiche. Parlare di ingerenze in questo caso non porta da nessuna parte. L'interpretazione moderna del diritto internazionale pone in primo piano i diritti umani e i principi di umanità, non si tratta di alcuna ingerenza".
In passato però spesso sono tati perpetrati numerosi crimini ai danni per esempio degli ebrei nella Germania nazista o l'apartheid in Sud Africa, eppure nessuno ha detto niente.
"In qui periodi i diritti umani non avevano la rilevanza che hanno oggi. Non cera nemmeno la democrazia. In quei tempi per fare un esempio il Sud Africa nel 48 introdusse l'apartheid e la Comunità internazionale non intervenne. Nessuno alzò la voce, reagì, tirando in ballo la sovranità della Repubblica Sud Africana. È la posizione che stanno assumendo le persone contrarie a qualsiasi ingerenza nella crisi venezuelana. Queste persone sono contrarie a una presa di posizione, non sto parlando di un intervento armato. Queste posizioni sono incompatibili con il diritto internazionale. Oggi il mondo è comunicante ed è importante quanto sta accadendo nei paesi vicini e quando la situazione sembra degenerare il diritto internazionale prevede strumenti di vario genere per evitare una tragedia o addirittura un genocidio. Bisogna sempre evitare che si verifichino delle vittimi innocenti. Non possiamo permetterci una nuova Ruanda o Srebrenica. Lo stato risponde alle persone e la sovranità non può essere una scusa per l'immobilismo. Questi tempi sono alle nostre spalle".
Insomma ritiene che la decisione presa dal Comitato esteri sia giusta.
"Credo di sì. Il governo ha fatto bene. In questo caso è stata presa una decisone saggia. Ha detto chiaramente dio non riconoscere Guaido' come Presidente, ma come Presidente pro tempore che ha il compito di traghettare il paese a elezioni democratiche e far uscire il paese dalla crisi umanitaria!"
Dionizij Botter

Foto: EPA
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