Foto: Osebni arhiv/Dejan Cencelj
Foto: Osebni arhiv/Dejan Cencelj

Che ChatGpt, una nuova applicazione di intelligenza artificiale, non sia un fuoco di paglia lo dimostrano i miliardi che aziende come Microsoft e Google hanno deciso di investire sul progetto.

A creare questo fenomeno del web è stato Elon Musk con la società Open Ai, organizzazione non a scopo di lucro che studia appunto l'intelligenza artificiale con l'obiettivo di promuovere e sviluppare un software amichevole (friendly AI) in modo che l'umanità possa trarne beneficio.

È stata fondata nel 2015 a San Francisco e i suoi brevetti sono aperti al pubblico. Ha diversi prodotti ma il più celebre è diventata la chatbot ChatGPT. Gli sviluppatori del modello stanno però pensando, dopo l'investimento annunciato da Microsoft, di mettere il tutto all'asta con una base di partenza altissima: 29 miliardi di dollari.

Attualmente ChatGpt è in grado di creare testi come un essere umano, usando una prosa chiara e definita e la punteggiatura appropriata. Per farlo utilizza 170 miliardi di parametri e un database di 570 gigabyte di dati. Questa chatbot non risponde solo alle domande ma può scrivere testi interi utilizzando anche stili diversi: tutto in base ai parametri che l'utente è in grado di fornire. ChatGPT è stata lanciata a novembre.

Ma ci sono anche dei rischi legati a questa realtà, come la possibilità di vedere il web e i social invasi da fake news che sembrano essere testi reali (anche scientifici). Non si esclude nemmeno la possibilità che tante tesine a scuola vengano scritte direttamente dal computer, oppure anche alcuni testi musicali potrebbero essere sviluppati dall'intelligenza artificiale.

Fortunatamente il software funziona quando alla base ci sono dati originali creati comunque dall'uomo; se tutto inizia ad essere prodotto dalla macchina, alla fine anche i dati alla base rimarranno sempre gli stessi.

Davide Fifaco