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Il premio Nobel per la fisica è stato assegnato stamattina per metà al fisico italiano Giorgio Parisi, che ha vinto per "la scoperta dell'interazione tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dal livello atomico alla scala planetaria"; e per l'altra metà ai climatologi Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, che sono stati premiati per "la modellazione fisica del clima della Terra, che ne quantifica la variabilità e prevede in modo affidabile il riscaldamento globale".

Parisi, che ha insegnato fisica alla Sapienza, è stato presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei ed è ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, nella sua carriera ha studiato argomenti molto diversi, accomunati dal poter essere chiamati sistemi complessi: dal bosone di Higgs alle interazioni fra i neuroni del cervello, che lo hanno portato a occuparsi di reti neurali e intelligenza artificiale, fino al comportamento dei singoli uccelli all'interno degli stormi in virata. Oggi fa ricerca sulla struttura di materiali eterogenei come i vetri. Anche lo studio del clima è considerato parte dei sistemi complessi e per questo motivo il fisico italiano è stato premiato accanto a due colleghi climatologi.

Intervistato dall'Accademia dei Nobel su come festeggerà, Parisi ha risposto che ancora non ha deciso e che le restrizioni del Covid probabilmente gli impediranno di organizzare grandi cerimonie e a proposito dei due colleghi premiati con lui ha detto che "per la generazione futura dobbiamo agire ora in modo molto rapido contro i cambiamenti climatici".

Barbara Costamagna